Perché una sala emodinamica possa avere elevate probabilità di salvare la vita ai pazienti colpiti da infarto, deve praticare non meno di 250 interventi l’anno. “Potrebbe essere più deleterio subire un intervento invasivo in una struttura senza necessaria esperienza – ha detto – che arrivare mezz’ora più tardi in un laboratorio di emodinamica con le giuste competenze”. Così la pensa il professor Antonio Colombo, indicato tra i sei scienziati italiani più influenti al mondo dallo European Journal of Clinical Investigation.
Il luminare della cardiologia ha incontrato il manager della Asl Lanciano Vasto Chieti Thomas Schael, al termine di una lezione della Scuola di specializzazione in Cardiologia all’Università di Chieti. Un parere autorevole, quello di Colombo, che è stato primario di emodinamica e cardiologia interventistica al San Raffaele di Milano e membro del Consiglio superiore di Sanità fino a dicembre 2018.
Schael ha voluto acquisire il suo parere sulla programmazione e organizzazione della rete di emergenza cardiologica.
Colombo ha ricordato che le linee guida internazionali indicano che un centro di emodinamica deve praticare non meno di 250 interventi annui per fornire le necessarie garanzie di salvezza dei pazienti grazie a una sufficiente esperienza dei cardiologi: “Potrebbe essere più deleterio subire un intervento invasivo in una struttura senza necessaria esperienza, che arrivare mezz’ora più tardi in un laboratorio di emodinamica con le giuste competenze. La creazione di un nuovo centro giustificato dalla gestione di quache decina di urgenze non ha senso, in quanto né efficace, né etico nell’interesse del paziente e della sua sicurezza”.
Parole che pongono un grosso punto interrogativo sulla tanto promessa (da governi regionali di destra e di sinistra ormai da oltre un decennio) sala emodinamica all’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto. Il problema sorge sui numeri: la struttura ospedaliera vastese non arriva alla soglia delle 250 procedure.
A Chieti, nell’ambito del Polo del cuore, è collocato il centro hub con l’emodinamica, l’unità coronarica con la sub-intensiva e il reparto di cariologia, la cardiochirurgia e la chirurgia vascolare, mentre gli ospedali di Lanciano e Vasto sono dotati di due unità coronariche. Nel 2018, sono stati trattati 75 pazienti con infarto miocardico acuto provenienti da Lanciano e 52 da Vasto.
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