“I lavoratori si sentono presi in giro da chi li ha illusi con imminenti e fantomatiche soluzioni alternative ad allentare la presa degli scioperi messi in atto”. C’è la dura presa posizione dei rappresentanti sindacali di Fim Cisl e Fiom Cgil e della RSU dopo l’incontro di ieri nella sede vastese di Confindustria sulla vertenza Cbi di Gissi [LEGGI]. Ed ecco che, dopo la nuova fumata nerra, “hanno deciso di tornare ad attuare le forme di lotta precedentemente decise escogitando anche forme alternative di protesta“.
I rappresentanti dei lavoratori spiegano come si attendevano un incontro pieno di “aspettative per scongiurare l’apertura della procedura di mobilità per 31 lavoratori, in sostanza la chiusura del sito di Gissi, aperta il 30 agosto scorso. Pieno di aspettative dopo le raccomandazioni della Regione Abruzzo a trovare strade diverse dal licenziamento. Pieno di aspettative dopo i contatti informali avuti con la Direzione Aziendale conseguenti alle giuste dimostrazioni di dissenso messe in atto dai lavoratori, stiamo lavorando per trovare soluzioni alternative ci avevano detto e scritto. Anche le altre istituzioni, i sindaci di Gissi e Vasto, che non hanno fatto mancare la loro solidarietà e financo la presenza ai presidi dei lavoratori davanti lo stabilimento, avevano le stesse notizie”.
[ads_dx]Ieri, però, “dopo trenta giorni, quasi allo scadere del termine sindacale di consultazione previsto dalla legge, ai rappresentanti dei lavoratori i Dirigenti della CBI spa sono tornati a ribadire:
– rispetto all’ultimo incontro, quello tenuto in regione il 10 settembre scorso, non abbiamo altro da dire – quindi la conferma del licenziamento di tutti i lavoratori;
– stiamo tentando di fare delle trattative – senza nulla specificare;
– ad oggi non abbiamo soluzioni alternative“.
Si sono rivelate vane anche “le richieste di parte sindacale di attuare misure alternative al licenziamento, che pure in questi casi si possono praticare, a partire dalla cassa integrazione guadagni ordinaria per cessazione di attività oppure, come consigliato dagli stessi Dirigenti della Regione, il ricorso ai contratti di solidarietà”.
Oggi i lavoratori si sono riuniti in assemblea “rigettando categoricamente l’atteggiamento dei dirigenti della CBI e la loro idea che intanto vanno licenziati tutti i lavorati, così da lasciare il sito libero ed appetibile per un non ancora identificato compratore”, spiegano i sindacati, sottolineando che “i lavoratori della CBI SpA, sentendosi oltretutto presi in giro da chi li ha illusi con imminenti e fantomatiche soluzioni alternative ad allentare la presa degli scioperi messi in atto, hanno deciso di tornare ad attuare le forme di lotta precedentemente decise escogitando anche forme alternative di protesta“. Questa mattina, davanti ai cancelli dell’azienda, c’è stato il primo presidio di questa rinnovata fase di protesta.
L’auspicio è che possa esserci “un ripensamento e che alla prossima riunione programmata per il 9 ottobre prossimo alle ore 15.00, sempre presso la sede di Confindustria Vasto, si possano praticare soluzioni che non lascino 31 famiglie in mezzo alla strada“.