A Roma per perorare la causa del Tribunale di Vasto. Ed esporre le ragioni per cui il palazzo di giustizia di via Bachelet deve rimanere aperto.
I presidenti del Tribunale, Bruno Giangiacomo, e dell’Ordine degli avvocati, Vittorio Melone, spiegheranno ai deputati le motivazioni che rendono necessario salvare dalla mannaia della chiusura la sede giudiziaria che funge da cerniera tra l’Abruzzo e le infiltrazioni della criminalità dalle regioni meridionali.
“Siamo stati convocati per la mattina del 21 ottobre a Montecitorio per l’audizione davanti all’Integruppo parlamentare sul tema della geografia giudiziaria, presieduto dall’onorevole Elisa Scutellà e del quale è componente la deputata di Vasto, Carmela Grippa“, dice Melone a Zonalocale. “Insieme al presidente Giangiacomo, saremo ascoltati dall’intergruppo, istituito per volontà del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede“.
Quattro i Tribunali abruzzesi dichiarati soppressi dalla riforma iniziata dal Governo di centrodestra con l’allora ministro Francesco Nitto Palma e portata a termine da Paola Severino, guardasigilli nel Governo Monti: Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona sono, comunque, rimasti aperti a colpi di proroghe, che scadono nel 2021. Vasto e Lanciano, con l’accordo di Comuni e Ordini forensi, hanno anche elaborato una proposta di accorpamento in un unico Tribunale con funzioni differenti.
A ottobre inizierà la fase decisiva.