San Salvo tra i primi posti in regione per percentuale di suolo complessivo coperto da strade, edifici, fabbriche e cantieri. È quanto emerge dal rapporto dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” pubblicato qualche giorno fa.
I tecnici dell’agenzia hanno valutato non solo la quantità di suolo consumato per ogni comune italiano ma anche la % sull’estensione territoriale e la variazione tra il 2017 e il 2018, che indica ovviamente la progressione del depauperamento del suolo.
Lo studio regala la maglia nera all’Abruzzo per l’incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente: la nostra regione si attesta al primo posto con il +0,51% seguito da Basilicata (+0,47%), Veneto (+0,41%) e Friuli-Venezia Giulia (+0,34%). Tra il 2017 e il 2018 persi altri 282 ettari nella regione, dopo L’Aquila (circa 29 ettari) ci sono Carsoli, Avezzano, Pescara e Roccaraso.
[ant_dx]Per quanto riguarda le percentuali di suolo complessivo occupato a livello comunale, in 11 centri si supera il 20%. Pescara guida la classifica con il 51,3%, seguita da diversi comuni costieri: Montesilvano (33,4%), Martinsicuro (33,3%), San Salvo (32,3% pari a 633,4 ettari) e Alba Adriatica (con il 30,9%). Tra questi 11 ve ne sono solo 2 non costieri, San Giovanni teatino (28,9%) e Chieti (20,8%). Vasto è al 14,6% (1.034,6 ettari), Lanciano al 13,6% (905,8 ettari).
I numeri dell’Ispra sono stati commentati dal Forum H20 Abruzzo che dice: “Sono dati fondamentali perché danno conto dell’efficacia o meno delle politiche di riduzione del consumo di suolo e della reale sostenibilità ambientale delle attività consentite nel territorio, quando almeno a chiacchiere tutti proclamano la necessità di conservare il suolo in un paese a fortissimo rischio idrogeologico e dalle enormi valenze paesaggistiche, ambientali e culturali”.
“Per quanto riguarda l’incremento assoluto in ettari tra il 2017 e il 2018, L’Aquila è in testa con quasi 29 ettari (ovviamente sul dato va considerata la questione della ricostruzione, che comunque sta avvenendo consumando molto suolo e con una forte dispersione) ma seguono comuni dell’interno come Carsoli (ben 11,9 ettari consumati) e Avezzano (con 9,3). Pescara continua a consumare imperterrita suolo, con ulteriori 7,5 ettari trasformati. Roccaraso, tra i comuni montani, spicca al quinto posto con 5,9 ettari. Purtroppo tra i primi 20 compaiono molti comuni collinari o addirittura montani, segno che dalla costa il problema del consumo di suolo sta iniziando a diventare pervasivo anche in aree che finora erano state abbastanza preservate. Come rileva l’ISPRA, anche nelle aree protette si continua a consumare suolo. Infatti in Abruzzo vediamo che comuni importanti dei parchi nazionali come Pescocostanzo e Pescasseroli hanno consumato oltre 1 ettaro ciascuno tra il 2017 e il 2018″.
“Riteniamo – conclude il Forum H2O – che questi dati debbano far riflettere attentamente tutta la comunità a partire dagli amministratori. In Abruzzo si continua a parlare di nuove grandi strade, invece di riparare quelle esistenti che versano in uno stato pietoso. Lo stesso ministero dell’Ambiente approva a Sulmona la centrale Snam di Case Pente che dovrebbe coprire con cemento e impianti per ettari e ettari un’area meravigliosa sotto l’aspetto paesaggistico alle porte del Parco della Majella. In comitato Via regionale arrivano in continuazione progetti di cave che vengono esaminati e approvati nonostante l’Abruzzo stia aspettando il piano cave da decenni e dal 2006 il piano delle aree di salvaguardia per l’acqua potabile. Insomma, tanti proclami ma i fatti vanno nella direzione opposta quando servirebbero provvedimenti chiari obbligando non solo al consumo di suolo zero nei Piani regolatori con il riuso delle decine di ettari coperti da capannoni abbandonati ma anche alla rinaturalizzazione di aree oggi devastate”.