Franco Corleone, Garante dei detenuti della Toscana e già sottosegretario alla Giustizia, ha visitato la Casa di Lavoro di Vasto con due ricercatrici dell’università di Firenze impegnate in una indagine sulle misure di sicurezza in Italia. La struttura vastese riveste particolare interesse poichè è la più grande del Paese e qui sono ben evidenziate una serie di criticità rilevate dallo stesso Corleone.
La visita, coordinata dal comandante della polizia penitenziaria Nicola Pellicciaro e dal funzionario giuridico pedagogico Lucio Di Blasio, è stata guidata dalla direttrice della Casa Lavoro, Giuseppina Ruggero. Della delegazione hanno fatto parte anche il garante dei detenuti d’Abruzzo, Gianmarco Ciferni, e i consiglieri regionali Pietro Smargiassi, Manuele Marcovecchio e Sabrina Bocchino.
Nel corso della visita, Corleone ha parlato con molti degli internati, ascoltando le loro testimonianze e raccogliendo le loro segnalazioni su una condizione di vita alquanto difficile, come ha spiegato nell’intervista.
[ads_dx]”Le difficoltà sono tante, specie per il personale in servizio che opera in inferiorità numerica rispetto a quanto necessario – ha commentato Pietro Smargiassi al termine della visita-. Tanto lavoro deve essere ancora svolto, ma qualche nota positiva c’è, come per esempio la disponibilità della sartoria, per anni in attesa delle autorizzazioni Ministeriali, oggi perfettamente funzionante. Resta il dubbio generale su questa misura di sicurezza della Casa lavoro, come mezzo per il recupero di tanti uomini che, dopo aver pagato la loro pena, restano in una condizione di Ergastolo Bianco (così definito), che non prevede, di fatto, una fine pena.
Perché le condizioni di riscatto sono limitate e spesso possono diventare occasione per reiterare un reato facendo scattare una nuova proroga alla misura cautelare. In pratica da lì non si esce. Si dovrebbe poi ragionare sulle misure a garanzia del personale (educatori, personale amministrativo, guardie) che opera in una condizione di rischio inaccettabile. Sono uomini e donne di Stato e come tali vanno rispettati e tutelati”. Una situazione di difficoltà sottolineata anche la scorsa settimana in occasione della festa della polizia penitenziaria [LEGGI].