In Italia possedere la prima casa è importante perché significa sicurezza e stabilità.
Il 73% della popolazione italiana la possiede, e questo è uno dei dati più alti al mondo.
Il 15% possiede case ulteriori alla prima, perché ricevute in eredità, oppure perché comprate.
Gli italiani hanno una grande propensione ad investire nel mattone, ed in certi periodi il mercato gli ha dato ragione.
Il mercato immobiliare ha delle oscillazioni ed è ciclico, con rialzi e ribassi, proprio come il mercato borsistico, ma si muove più lentamente.
Creare valore con l’acquisto di immobili è facile, ma è altrettanto facile perderlo.
Secondo un’indagine, sono 4 le fasi principali dell’andamento del mercato immobiliare come mostra il grafico:
• Fase 1 (1993-1999): i prezzi scendono del -19%.
• Fase 2 (2000-2007): i prezzi salgono del +33%, periodo di massimo splendore.
• Fase 3 (2008-2015): i prezzi scendono del -24%.
• Fase 4 (2016-oggi): i prezzi sono in leggera risalita. In particolare, l’Istat sui prezzi delle abitazioni dice che il 2018 si è chiuso con il mercato immobiliare ancora in frenata.
Molti considerano l’acquisto d’immobili come un buon investimento, ed è senz’altro uno dei tanti modi per investire i risparmi.
Negli ultimi 20 anni il valore reale degli immobili è mediamente sceso del -20%.
Invece, sempre negli stessi 20 anni, il mercato azionario mondiale è salito del +150%.
Significa che se avessi investito comprando un immobile 20 anni fa, oggi questo varrebbe meno della spesa fatta.
Se invece avessimo investito in Borsa, avremmo ottenuto una cifra molto superiore a quella iniziale.
Questi sono dati di media che non considerano alcuni fattori, positivi o negativi.
Ad esempio l’ubicazione dell’immobile incide moltissimo nell’apprezzamento del valore.
Se ho ereditato una villetta di 300 mq in un paesino di campagna nella valle del Pianto, forse conviene venderlo anche a prezzo basso e cercare valore in qualcos’altro.
Se invece ho preso un garage a Milano, in centro, avrò molte più possibilità che la sua valutazione cresca.
Le spese e le tasse incidono nel deprezzamento, anche perché le seconde case scontano imposte pesanti.
Un fattore negativo nell’investimento immobiliare è che questo è poco liquido, e non è frazionabile.
Significa per esempio che, se ho comprato un appartamento e ho speso 100.000 euro, non posso vendere solo un balcone se dopo due anni mi occorrono 20.000 euro per comprare un auto.
E allora che dice il consulente finanziario?
Dice che bisogna diversificare, in modo da limitare il rischio di perdite.
Se ho dei risparmi, è bene innanzitutto investirli, e non lasciare il denaro a corrodersi sul conto corrente.
L’ideale sarebbe investire in diversi settori, sia quello immobiliare che quello borsistico, per esempio, privilegiando di peso quello che ci fa intravedere maggiore valore potenziale e perché no, quello che più ci piace.
Mettere a reddito un immobile, cioè darlo in affitto, dà l’opportunità di ricavare guadagni, ma è faticoso perché comporta spese e fastidi.
Ma allora, acquistare una casa, è rendimento, paracadute, o zavorra?
Dipende.
Gli immobili sono beni tangibili, si toccano, si vedono, si misurano, spesso gli diamo un valore affettivo e quindi siamo restii ad accettare di venderli ad un prezzo di mercato crudele, senza cuore, che non ci restituisce giustizia al sacrificio del cedimento del bene.
E allora la casa nella valle del Pianto ce la teniamo perché ci viveva la nonna a cui abbiamo voluto bene, e vogliamo averla in suo ricordo.
Se invece dobbiamo puramente investire e creare valore dai nostri risparmi, compriamo immobili e investiamo in Banca, diversificando.
Ossequi.
Carmela Minelli, consulente finanziario
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