Pilkington e sindacati saranno ricevuti domani al ministero del Lavoro. Al centro dell’incontro c’è la richiesta di accedere a un altro anno di cassa integrazione per tutelare i livelli occupazionali. La convocazione per domani arriva a 8 giorni dalla deadline del 24 settembre quando per i 55 esuberi potrebbero partire le inevitabili lettere di licenziamento.
L’ultimo incontro tra sindacati e azienda si è concluso con un verbale di non accordo tra le parti: i rappresentanti dei lavoratori hanno ribadito la linea del “qui non si licenzia nessuno”, mentre l’azienda non vede altre soluzioni all’orizzonte [LEGGI].
La Regione Abruzzo aveva dato la disponibilità all’utilizzo delle proprie risorse per un altro anno di ammortizzatori sociali, ma queste dovrebbero essere [ant_dx]destinate a politiche attive per il lavoro tra le quali non rientrerebbe la cassa integrazione. Quest’ulteriore anno sarebbe però necessario per consentire il proseguimento del piano industriale sottoscritto nel 2018 che andrà a regime nel 2021 con la speranza di un rilancio dell’intero sito produttivo. In questa vertenza, inoltre, la Regione è chiamata ad attestare che la Pilkington è un’azienda strategica per il territorio.
Nel frattempo, ad agosto, gli interlocutori di entrambi i ministeri coinvolti sono cambiati: allo Sviluppo economico c’è Stefano Patuanelli (M5S), mentre al Lavoro Nunzia Catalfo – sempre del Movimento 5 Stelle – ha sostituito Luigi Di Maio.