C’è l’arte del musicista sansalvese Auro Zelli nel Premio Persefone 2019. È sua, infatti, la colonna sonora dell’evento, che si è tenuto ad agosto a Follonica e andrà in onda il 19 settembre su Rete 4 in seconda serata.
Auro Zelli, com’è nata questa colonna sonora?
“Persefone è una composizione che ho scritto nel 2010 per Rai Uno, su commissione della produzione del Premio, che all’epoca si chiamava L’Isola Trovata e oggi Conte Arcana. Sottoposi tre idee musicali al direttore artistico, Francesco Bellomo, e al regista, Walter Croce, i quali all’unisono scelsero quella che poi divenne la sigla ufficiale”.
Da cosa hai tratto l’ispirazione?
“Come tutto ciò che scrivo, è sempre molto istintivo; qualcuno prima di me disse che la musica non si può spiegare, è vero, e ancor di più è impossibile decifrare cosa accada quando le note si mettono insieme e prendono forma attracerso un’ispirazione qualsiasi che la vita ci offre ma, come dice il maestro Ezio Bosso, per il quale nutro particolare stima, ‘chi scrive la musica, la scrive per lasciarla a qualcun altro, è un atto d’amore’. E io aggiungo, oggi più che mai, in un tempo di poco talento, opportunismo e scetticismi musicali, sia fondamentale avere sempre un approccio di grande umiltà e di religiosa attesa per quella magia che chiamiamo ispirazione”.
Non sei nuovo a realizzare lavori per la televisione. Progetti per il futuro?
[mic_dx]”Devo ammettere di essere stato un privilegiato, in quanto ho avuto, in questi anni di carriera, grandi e numerose opoortunità per far ascoltare al grande pubblico non solo la mia voce, ma le mie ‘malefatte musicali’, come amo chiamare le mie canzoni e musiche: Sanremo, il teatro, la televisione, ma ho ancora tanto da dire da questo punto di vista; mi sento un adolescente desideroso di scoprire nuove dimensioni attraverso i tasti bianchi e neri. Il mio più fervido auspicio è quello di poter continuare a collaborare con i grandi compositori, dai quali c’è sempre da imparare e, credetemi, sono spesso nomi poco noti. I progetti sono tanti, uno in particolare, in cui credo molto: portare in scena un muscal che ho terminato da poco, il cui titolo è Lucia. Continuare a comporre, per me, cuol dire vivere, fare musica e, chissà, magari trovare fra i miei allievi quella voce importante e dalla grande personalità attraverso la quale realizzare e sperimentare nuove canzoni, nuovi progetti, nuove emozioni”.