Cerella è a rischio fallimento, anzi, per il presidente di Tua (la società unica di trasporto della Regione Abruzzo), Gianfranco Giuliante, è “tecnicamente già in default”.
Mare mosso, in tempesta, nella storica società di autotrasporti. A rendere ancora più agitato il quadro e nebuloso il futuro, nella seduta del consiglio di martedì scorso, sono arrivate anche le dimissioni di tre membri del consiglio d’amministrazione. La situazione economica della società che che è all’80,06% della Tua spa e al 19,94% di alcune compagnie private di trasporti è in rosso.
Il collegio sindacale durante la riunione del cda del 10 settembre ha espresso parere negativo sul bilancio semestrale e ha chiesto l’appostazione di un fondo rischi per il valore del contenzioso con la Regione Abruzzo. Un’operazione simile però porterebbe all’erosione dell’intero capitale sociale e, conseguentemente, alla messa in liquidazione e al dissesto della gloriosa società che opera da poco prima della Seconda Guerra Mondiale e che oggi impiega circa 60 dipendenti.
[ant_dx]Al contenzioso citato va aggiunta poi la diffida arrivata da parte di uno dei vettori che opera nell’associazione temporanea d’impresa pari a 356mila euro. Il prossimo 24 settembre l’organismo tornerà a riunirsi su convocazione del presidente Angelo Pollutri che preferisce non commentare e invita alla cautela.
Per ora i nuvoloni all’orizzonte non dovrebbero influire sul pagamento degli stipendi dei dipendenti almeno per i prossimi due mesi. Il 27 dicembre 2018 la società è stata oggetto di una ricapitalizzazione da 500mila euro da parte della Regione Abruzzo per permettere il pagamento di mensilità e tredicesime.
Sull’argomento, come detto, è intervenuto il presidente Tua, Giuliante, che, oltre ad annunciare per stamattina una conferenza stampa Operazione verità, definisce l’operazione di fine 2018 “Salvataggio capestro”. “Questi episodi rappresentano – continua – l’epilogo di una declinazione dell’amministrazione tanto emotivamente giustificata quanto sostanzialmente deprecabile. Si sono persi soldi e si è procrastinata nel tempo l’adozione di misure tranchant, scegliendo misure tampone censurate dagli organismi di controllo e dagli uffici regionali. Oggi si richiede a Tua, Spa il perpetrarsi di una gestione con spese insostenibili. Vogliamo invertire questa tendenza suicida con interventi che abbiano una sostenibilità aziendale“.