“L’azienda ha confermato di voler chiudere”, così Carmine Torricella (Filctem-Cgil) sintetizza l’esito dell’incontro di ieri in Regione per la vertenza Cbi. Il tavolo si è tenuto alla presenza degli assessori Mauro Febbo e Piero Fioretti, dei sindacati e dei rappresentanti dell’azienda che ha la sede principale a Monza, tra loro il direttore generale Dario Melò e Confindustria.
“Speriamo che si ravvedano – commenta Torricella – ma c’è da dire che sono finanzieri e non industriali”. Il riferimento è alla proprietà dell’azienda, un fondo internazionale che ha diversi stabilimenti nel mondo e che a quanto pare non ritiene più fruttuoso il sito gissano. C’è una speranza per i 31 dipendenti alcuni dei quali con 30 anni alle spalle nella fabbrica? È presto per dirlo, ma attualmente la strada vista come la migliore per tutelare i livelli occupazionali è quella del ricorso agli ammortizzatori sociali.
“I tecnici della Regione – dice Torricella – hanno consigliato il ricorso ai contratti di solidarietà. In questo modo, durante il periodo di copertura, si potrebbero cercare altri imprenditori o altre società potenzialmente interessati al sito“. Su questa ipotesi la proprietà ha glissato; ad agosto pare ci sia stato un sopralluogo all’interno del sito.
[ant_dx]Che le cose stavano prendendo una strana piega è apparso evidente già mesi fa quando le commesse sono calate e le comunicazioni con i responsabili di Monza si sono ridotti al lumicino.
Nel frattempo si continua a lavorare, ma a scarti ridottissimi, tanto che qualcuno dei dipendenti dice “Non voglio stare qui a rubare lo stipendio, ma produrre”. L’azienda gissana nata come Chicago Blower produce aspiratori e ventilatori di grosse dimensione a uso industriale impiegati soprattutto in campo petrolifero. Oggi si terrà l’assemblea di fabbrica nella quale si decideranno eventuali mobilitazioni in attesa del prossimo incontro del 24 settembre in Confidustria. “Questa è una vertenza che deve interessare tutto il territorio – conclude Torricella – e unire tutti senza distinzioni altrimenti la partita si perderà. Resta l’amarezza per un atteggiamento dell’azienda deprecabile”.