“Qui non si deve perdere neanche un posto di lavoro”. È il commento di Agostino Chieffo che ieri mattina ha incontrato una delegazione di sindacati e lavoratori della Cbi appesi a un filo dopo la comunicazione dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte della società che produce ventole e aspiratori per uso in campo petrolifero [LEGGI].
Ieri mattina, il primo cittadino ha fatto il punto con le maestranze, ma le novità principali sono attese oggi dall’incontro in Regione con gli assessori Febbo e Fiorucci. “Piena solidarietà e massima vicinanza ai lavoratori – dice Chieffo – Seguiamo la vertenza da vicino seppur a fari spenti perché queste si risolvono nelle sedi istituzionali. Noi come Comune metteremo in campo tutti gli strumenti possibili affinché si tutelino i lavoratori e i livelli occupazionali del territorio”. Il primo cittadino con queste parole risponde anche al Pd locale che nei giorni scorsi lo aveva definito “silente” invitandolo a prendere una posizione “perché non possiamo permetterci di perdere altre aziende e posti di lavoro”.
[ant_dx]Al di là delle schermaglie politiche, la situazione appare complessa. La Cbi che ha la sede principale a Monza aveva inizialmente annunciato 14 licenziamenti per poi rettificare ed estendere la procedura a tutto l’organico [LEGGI]. L’unica speranza – salvo ripensamenti o ridimensionamenti da parte della dirigenza – è che al sito si interessi un altro imprenditore che riporti il lavoro a Gissi.
L’azienda per oltre trent’anni ha esportato in tutto il mondo le grosse ventole: un motivo di vanto per i 31 dipendenti di cui ancora oggi parlano con orgoglio. Tra loro ce ne sono diversi che sono nella fabbrica da quando è nata e potrebbero dover cercarsi un altro lavoro per una scelta dirigenziale a oggi incomprensibile.