La tiri da una parte e si scopre tutto il resto. La coperta delle riparazioni è troppo corta. Non basta a coprire tutta la città. Soprattutto quelle falle che, prima o poi, qualcuno dovrà finalmente affrontare. Il record delle riparazioni delle condotte di fogne di Vasto risale all’anno 2010: 600 in 12 mesi. Ma non è solo questione di manutenzioni.
Se è vero che, per rifare le tubazioni sotterranee, servirebbero 30 milioni di euro, in base alla cifra dichiarata da Gianfranco Basterebbe, presidente della Sasi, la società che gestisce il servizio idrico integrato (acqua potabile, fognature e depurazione) in 92 dei 104 comuni della provincia di Chieti, è altrettanto vero che le reti di scolo vanno raddoppiate. Se ne parla da almeno un decennio. Senza mai avviare i lavori. Sì, perché a Vasto non c’è solo l’acqua potabile, che d’estate manca, ma anche le condotte di scarico delle acque bianche e nere, che andrebbero sdoppiate, invece quasi ovunque l’acqua piovana che cala nelle grate dei tombini finisce nella stessa tubazione che raccoglie gli scarichi delle case.
[mic_dx]Il problema è fin troppo evidente a Vasto Marina. L’effetto di ogni pioggia è sempre lo stesso: viale Dalmazia, la strada principale della riviera, viene invasa dalla fanghiglia. Nelle condotte la soglia del troppo pieno si supera facilmente. Di conseguenza, acqua, fango e liquami fioriescono dai chiusini delle condotte stracolme e lasciano, quando l’acqua si asciuga, strati di poltiglia maleodorante. Era così anche ieri, nel tratto compreso tra gli incroci con via Cipro e via Paolucci.
Ad ogni scroscio, neanche tanto violento, corrisponde un lago d’ acqua e fango fino al livello del marciapiede. Così la strada che attraversa da nord a sud la località balneare diventa la via della melma.