Attenzione ai particolari, analisi attenta dei video, uso intelligente delle testimonianze dei cittadini. Così i carabinieri hanno risolto il caso in meno di 48 ore. Sono partiti dai racconti di chi aveva visto i rapinatori scappare dal supermercato Todis di Vasto e, integrando le testimonianze con le immagini registrate dalla videosorveglianza, hanno ricostruito e ripercorso tutto il tragitto degli autori dei raid, raccogliendo elementi utili, dai vestiti ai caschi usati per spostarsi in scooter e travisare le loro facce.
Quando hanno posto in stato di fermo di polizia giudiziaria i due sospettati – Luigi Lainà, 29 anni, e Walter Massetti, 50, entrambi di Roma, ma ospitati in una comunità di Vasto – i militari del maggiore Amedeo Consales e del tenente Luca D’Ambrosio hanno messo entrambi i fermati di fronte a una serie di indizi, a cominciare dai fotogrammi tratti dai video registrati dalle telecamere. Tra i diversi particolari che facevano combaciare sospetti ed elementi concreti, anche i tatuaggi, coperti da maglie a maniche lunghe nel viaggio di andata, ma scoperti al ritorno, quando ormai era lontano il luogo della rapina. A quel punto, gli indagati hanno deciso di collaborare. Sono già noti alle forze dell’ordine per precedenti furti e rapine messi a segno al di fuori dell’Abruzzo. Che fossero esperti lo ha dimostrato anche la velocità nel rubare, in una quarantina di secondi, lo scooter sulla circonvallazione Istoniense la notte prima del colpo al supermercato. E la rapina conclusa in meno di un minuto. Con un cliente del Todis che, come si vede dalle immagini, tira un cestino della spesa verso di loro al momento in cui stanno uscendo dal punto vendita.
A mettere sulla buona strada gli investigatori, anche una coincidenza che a loro non è sfuggita: il fermo, a un posto di blocco, di tre uomini che stavano scontando la detenzione nella Comunità Papa Giovanni XXIII. Tutti e tre arrestati per evasione. Uno dei tre aveva una netta somiglianza con i frame della videosorveglianza che ritraevano uno dei due uomini sullo scooter. In effetti, entrambi gli uomini che sarebbero poi stati individuati come responsabili della rapina erano ospitati in quella struttura, i cui responsabili hanno subito collaborato con i militari e, ieri, hanno anche dichiarato pubblicamente che la comunità è disposta a risarcire la parte del bottino non recuperata dai carabinieri. Gli investigatori, su indicazione degli stessi indagati, sono riusciti a ritrovare, infatti, 500 dei circa 2mila euro del maltolto.
Domattina, alle 10, i due accusati di rapina a mano armata compariranno dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vasto per l’udienza di convalida.