Nel trigesimo della scomparsa di don Stellerino D’Anniballe, ieri presso la chiesa di San Pietro in Sant’Antonio tutta la comunità ha voluto ricordare con una messa a suffragio e con immenso affetto la scomparsa del caro sacerdote che è stato alla guida della parrocchia dal 1961.
Durante la messa, celebrata da don Antonio Bevilacqua e don Gianfranco Travaglini, è stato letto il testamento spirituale di don Stellerino.
“Grazie, Signore, del dono della vita e del privilegio di chiamarmi al sacerdozio, di cui sono stato sempre immeritevole”: inizia così il testamento spirituale. “Ringrazio – si legge nell’ultimo saluto di don Rino – tutte quelle anime che generosamente hanno sostenuto il mio sacerdozio per far un po’ di bene soprattutto come parroco e nella difficile attività radiotelevisiva per 40 anni con la radio e 32 con la televisione. Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto con la preghiera ed economicamente, perché alcune attività sono state possibili col sostegno economico per gli altissimi costi da affrontare quotidianamente. Ringrazio e benedico quanti hanno collaborato con i consigli, il tempo, le idee”.
“Ringrazio quanti mi hanno incoraggiato e sopportato, anche sacerdoti e superiori, con i quali non sempre sono stato ricco di misericordia e collaborazione”.
“Un chiodo mi torna in testa, che è compito della Chiesa evangelizzare: evangelizzare perché Gesù sia conosciuto, amato, imitato, diventi veramente cuore del mondo e a lui tutto il mondo sia consacratro. Questa è ‘unica ragione per cui ho sempre desiderato che l’etere, anche con i mezzi della comunicazione, diventi la cattedrale dell’etere e consacrata al cuore immacolato di Maria, nostra carissima madre e regina e tale ti vogliamo, per questo ci sacrifichiamo, dono per tutti”.
L’auspicio per il futuro: “La chiesa di Sant’Antonio a Vasto, nel tempo, diventi sempre più Cenacolo della Divina Misericordia, luogo di riflessione peruna revisione di vita, di implorazione verso l’alto di promesse di attenzione e di azione di apostolato per partecipare personalmente e con gruppi alla costruzione di un mondo migliore per costruire la civiltà dell’amore e per la salvezza eterna di tutti i nostri fratelli. Fratelli – ha scritto don Stellerino nel suo testamento srirituale – vi domando perdono, se non sono stato sempre un sacerdote santo e impegnato e convinto. Anche i sogni rimasti nel cassetto diventino realtà per l’opera capace e generosa di altri“.