Ancora due giornate da dimenticare sul fronte idrico nel Vastese. Due rotture hanno fortemente condizionato l’approvvigionamento idrico nel territorio per oltre 24 ore con casi-limite localizzati in alcuni quartieri di Vasto e San Salvo a secco da ormai quasi due giorni.
L’ultima emergenza di questa serie estiva è iniziata nel primo pomeriggio (alle 15 per essere precisi) del 21 agosto scorso quando la Sasi, l’ente che gestisce il servizio idrico integrato, ha comunicato che per una rottura alla condotta di adduzione del Verde nel tratto di Sant’Antonio Abate a Vasto era necessario stoppare l’erogazione a San Salvo fino alle 6 di ieri mattina.
Nel giro di qualche ora, la situazione è però peggiorata a causa di un’altra rottura che ha interessato la condotta in località Defenza a Monteodorisio. Risultato? Rubinetti a secco anche in altri sei comuni: Vasto, San Buono, Furci, Gissi, Monteodorisio e Cupello e alcune contrade di Scerni. A causa di questo secondo problema l’ente ha comunicato che la regolare erogazione sarebbe ripartita ieri alle 15.
[ant_dx]Così è accaduto, ma non per tutti. I rubinetti di numerosi quartieri delle due principali città del territorio sono rimasti ugualmente a secco. La lentezza con la quale le tubature si sono riempite ha causato (oltre a cisterne e autoclavi semivuote) per questi sfortunati cittadini uno stop ancora più lungo al quale si è poi aggiunta la chiusura programmata serale così in alcune abitazioni l’acqua manca da quasi due giorni.
Numerose le segnalazioni arrivate in redazione in questo senso come da Sant’Antonio Abate a Vasto e alcune zone di San Salvo (via Milano, via Montenero, via Pisacane ecc.). Una tra le tante: “Ai guasti alle conduttore che hanno determinato le chiusure di ieri e oggi si sono aggiunte le chiusure programmate della Sasi. Risultato: personalmente a Sant’Antonio abate sono da mercoledì pomeriggio senz’acqua e dovrò attendere stamattina per riaverla. Tra l’ altro a causa dell’altezza e degli impianti vastesi scarsamente efficienti, la contrada è molto penalizzata”. Un’altra residente vastese ci scrive: “Il mio disappunto è sulla comunicazione, nessuno sa nulla. Perché la popolazione non viene avvisata?”.
VECCHIA PIAGA – La storia è sempre la stessa: l’anno scorso, riferendo in consiglio comunale, il presidente Sasi Gianfranco Basterebbe ha ammesso che a Vasto arriva solo la metà dell’acqua che dovrebbe arrivare. La risorsa si perde per strada a causa di tubature decrepite (in alcuni casi vecchie di 50 anni) che, se sollecitate da una pressione maggiore, si rompono costringendo i dipendenti a mettere continue pezze per garantire il servizio.
Per sanare definitivamente la situazione servirebbero 30 milioni di euro che l’ente non ha e per i quali Basterebbe ha recentemente lanciato un appello a tutte le istituzioni [LEGGI].
In questo scenario a secco non manca chi si chiede come si possa fare turismo in un territorio che non riesce a garantire un approvvigionamento regolare di un bene primario. L’unica nota positiva di quest’estate che volge al termine riguarda le località costiere. Vasto Marina e San Salvo Marina (con relativa zona industriale) quest’anno non sono state colpite da emergenze, un segno della maggiore efficienza della diga di Chiauci che alimenta queste zone (dopo l’estate da incubo del 2017).
Al resto della popolazione, in attesa dei fondi necessari per nuove tubature, non resta che cercare un Santo al quale votarsi.