“Il ricordo più bello? Il mio primo caffè: mio padre mi mise in piedi su una scatola e me lo fece fare”. Altri tempi. Ormai “c’è stata la desertificazione del centro storico”. A malincuore, Anthony Ventrella è costretto a chiudere il bar Roma. Difficile, nella Vasto antica, andare avanti solo con gli incassi dei mesi estivi. Dall’autunno fino alla stagione balneare successiva, è periodo di vacche magre. Un lasso di tempo troppo lungo per resistere. Per questo i negozi chiudono. Nel giro di pochi giorni (e anche i pochi metri), dopo il bar Roma, sarà la volta anche di Memmo Uomo, boutique che cesserà di esistere dopo oltre tre decenni. Nei mesi scorsi, altri due negozi che facevano parte della tradizione alimentare locale si sono spostati altrove.
Il bar Roma aprì i battenti nel 1955 all’angolo tra piazza Rossetti e piazza Diomede. Prese il posto del salone di un barbiere. Nacque perché le Autolinee Di Fonzo avevano bisogno di un punto di ristoro che fosse aperto al mattino presto, quando partiva il pullman per Roma. Una volta, infatti, l’anello perimetrale di piazza Rossetti era una strada su cui c’erano le fermate degli autobus, che sono rimaste fino alla metà degli anni Novanta.
E così, uno dei capisaldi commerciali del borgo antico chiuderà i battenti. Lo farà dopo 64 anni di attività, 44 dei quali gestiti prima dal papà di Anthony, poi dallo zio, dalla mamma, dal fratello e da lui stesso, che ha 32 anni, un grande talento nel preparare e inventare cocktail, e un’esperienza già ventennale. Eppure professionalità, fantasia e cortesia non bastano a Vasto per restare aperti. Tra le spese sempre più alte e gli incassi sempre più magri, Anthony ha dovuto prendere la decisione che mai avrebbe voluto prendere. In questo video parla del bar, dei ricordi più belli, delle difficoltà e saluta i clienti. Per ora, andrà a lavorare a Pescara. Con l’auspicio che sia solo un arrivederci.