Il Governo impugna la nuova legge regionale sui trabocchi. Sarà la Corte Costituzionale a decidere se la normativa approvata nelle scorse settimane è in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione, che regola la ripartizione delle competenze legislative. L’impugnazione della legge regionale numero 87 del 2019 è stata deliberata dal Consiglio dei ministri su proposta della ministra degli Affari regionali, Erika Stefani.
Il testo approvato il 29 maggio scorso prevedeva, tra le altre cose, il limite di 160 metri quadri calpestabili di superficie e la presenza di massimo 60 persone contemporaneamente sulla struttura [LEGGI].
CONFESERCENTI: “CONFERMATI I NOSTRI DUBBI” – “Impugnando la legge sui trabocchi approvata dalla Regione Abruzzo, il governo nazionale conferma i dubbi che anche noi avevamo espresso: i trabocchi vanno valorizzati, ma non possono essere basi di una speculazione edilizia e turistica che rischierebbe solo di travolgerli e snaturarli”, commenta Franco Menna, presidente provinciale della Confesercenti di Chieti.
“Il successo dei trabocchi negli ultimi anni è stato generato dalla capacità di offrire un turismo esperienziale, integrato in un’area naturalisticamente pregiata e in piena sinergia con le eccellenze enogastronomiche e ricettive del territorio – spiega Menna – e abbiamo sempre manifestato forti perplessità circa la possibilità di successo commerciale e turistico della omologazione della costa dei trabocchi ad una qualunque riviera italiana. Il paesaggio naturale e l’unicità della destinazione sono elementi sempre più centrali nelle motivazioni di viaggio dei turisti italiani e stranieri: per questa ragione, per il bene della costa dei trabocchi, degli operatori turistici e dell’economia del territorio, siamo pronti a fare la nostra parte per dare alla Regione Abruzzo una legge moderna, innovativa, in linea con le normative sulla tutela del paesaggio».
FEBBO: “CI OPPORREMO” – “Non condividiamo le motivazione espresse da parte del Governo centrale sulla norma regionale inerente i Trabocchi e quindi faremo ricorso nelle sedi opportune”, annuncia l’assessore regionale alle Attività produttive, Mauro Febbo.
“Ricordo come la Regione è intervenuta, doverosamente e tempestivamente – sostiene – per salvaguardare uno dei brand d’Abruzzo più conosciuti attraverso delle norme chiare e finalizzate al rispetto e salvaguardia dell’ambiente, dell’economia e dell’immagine della Costa dei trabocchi e dell’intera regione. Tuttavia come ampiamente annunciato, e spiegato già in sede di Consiglio regionale, durante la sua approvazione, questa legge è un passaggio propedeutico ad una norma più completa e organica per la quale i tempi di approvazione saranno diversi rispetto a due mesi fa quando eravamo a ridosso della stagione estiva”.
[mic_sx]WWF: “DECISIONE GIUSTA” – “Una decisione sacrosanta, che ferma una legge sbagliata”, secondo il delegato regionale del Wwf, Lucano Di Tizio. “I trabocchi hanno di per sé una enorme importanza culturale, di richiamo turistico e anche economica, ma devono restare quello che sono: macchine da pesca sulle quali, accanto a una tranquilla attività di ristorazione, devono essere presenti momenti di educazione ambientale, visite guidate e quant’altro può contribuire a valorizzare queste antiche strutture e la costa da loro caratterizzata. Non possono essere trasformati in grandi ristoranti sull’acqua che poco o nulla hanno a che fare con la tradizione. La commissione regionale che ha esaminato la bozza di legge aveva avuto l’opportunità di raccogliere le opinioni delle associazioni, tra le altre Wwf, Italia Nostra, FAI e Legambiente: le ha sentite ma non le ha ascoltate. Tutte chiedevano infatti una sostanziale modifica delle legge, nel senso su accennato, ma la politica locale ha, come troppo spesso accade, semplicemente ignorato le opinioni delle associazioni. Questa bocciatura rimette invece la palla al centro: si potrà elaborare una legge migliore nell’interesse di tutti gli abruzzesi e non esclusivamente di pochi”.