Una bici da corsa e uno zaino da oltre 10 kg sulle spalle. Il viaggio di Mario Alinovi inizierà e terminerà così. Un percorso di oltre 1100 km da percorrere in solitaria, testa bassa verso l’asfalto con i piedi che pedalano senza sosta. Mario Alinovi è un osteopata, durante le sue visite vede molti suoi pazienti soffrire sotto i colpi incessanti di malattie difficili, dolorose. Eppure, è proprio nei suoi pazienti che Mario ha trovato la forza. Quella forza che spesso solo la fede in qualcosa di più grande può dare, la stessa che ti riesce a far sopportare il dolore di una malattie e, forse, la stessa che spronerà Mario a portare a termine il suo percorso. Percorso sì, ma un po’ anche una missione di fede, di speranza e, ovviamente, sportiva.
Non si pensa di poter fare un viaggio del genere senza essersi prima allenati a dovere. Mario Alinovi è prima di tutto uno sportivo, una persona che macina molti km di strada durante la settimana in sella alla sua bici. E poi, di viaggi come questo ne ha affrontati altri: uno su tutti, il viaggio in bici sull’Himalaya. Viaggi solitari –“È difficile trovare una persona altrettanto coraggiosa che mi accompagni”, scherza – dove i giorni si susseguono insieme alla strada e alla fine, quando torni indietro, deve esserci qualcosa che ti è rimasto aggrappato durante il percorso, qualcosa di estremamente bello e importante. Ma perché proprio Medjugorje? “Ciò che mi ha sempre colpito e persino meravigliato nei pellegrini che vanno a Medjugorje è il fatto ben accertato che nella loro grande maggioranza ritornano a casa pieni di entusiasmo. Spesso mi è accaduto di ascoltare che hanno affrontato il pellegrinaggio persone in gravi difficoltà morali e spirituali e di salute, e a volte persino disperate e quasi sempre ne hanno tratto grandi benefici. Non di rado si tratta di giovani e di uomini, assai meno disponibili alle facili emozioni”. Affrontando un dislivello di percorso di oltre novemila metri, Mario Alinovi percorrerà un percorso diviso a tappe giornaliere, per concludere il tutto in non più di una settimana “Anche perché poi devo tornare dai miei pazienti”, ci dice. Le tappe saranno così suddivise:
– Venezia/ Trieste 161 Km
– Trieste / Segna(Croazia) 140 km
– Segna(Croazia)/ Tenin 215 km
– Tenin (Croazia)/Mostar e Medjugorje, (Bosnia ed Erzegovina) 216 km
– Medjugorje(Bosnia ed Erzegovina)/Dubrovnik (Croazia)136 km
–Traghetto Dubrovnik(Croazia)/Bari
– Bari/Vasto 258 km
Questa mattina, la partenza da Piazza San Marco a Venzia, per domani, stimati altri 140 km da Trieste fino in Croazia. Unire in una sola impresa sportività e fede non è semplice, ma nemmeno impossibile, basti pensare alle migliaia di pellegrini che ogni giorno decidono di percorrere la strada di Santiago de Compostela. Altro tragitto che Mario, ci rivela, sta valutando da un po’, ma questa è un’altra storia.
A questo punto viene da osservare solo una cosa. Partire con uno zaino da dieci chili di equipaggiamento tecnico è difficile. Ma quanto lo è partire con il peso delle preghiere e delle speranze degli altri? Forse molto. Forse niente. Forse il segreto è proprio questo.