La “revoca o modifica” del progetto della Via Verde della Costa dei Trabocchi nel tratto che attraverserà la zona industriale di Punta Penna. La chiedono gli imprenditori dell’associazione Oasi-occupazione, ambiente, sviluppo industriale in una “istanza di revoca/modifica in autotutela” rivolta a molti destinatari: i presidenti della Regione Abruzzo e della Provincia di Chieti, Marco Marsilio e Mario Pupillo, il sindaco di Vasto, Francesco Menna, l’assessorato regione alle Attività produttive, l’Arap, l’Ufficio circondariale marittimo di Vasto e la Prefettura di Chieti.
L’associazione degli imprenditori di Punta Penna “è venuta a conoscenza – si legge nel documento firmato dall’avvocato Cerullo – è venuta a conoscenza dell’ormai imminente realizzazione del progetto di pista ciclabile denominato Via Verde della Costa dei Trabocchi, il cui lotto numero 6 corrisponde al tratto progettuale dal chilometro 30,461 al chilometro 35,241, sito nel territorio del Comune di Vasto, prevede l’attraversamento in medias res di un’intera area ad alta intensità industriale e commerciale, contigua al porto di Vasto. Lo stesso tracciato, così come progettato, consente l’utilizzo promiuscuo della viabilità consortile esistente e della adiacente strada provinciale via Osca, su corsia riservata ma non fisicamente distinta dai medesimi assi di scorrimento viario, cagionando, senza alcun dubbio, irragionevoli interferenze con le ordinarie attività involgenti l’area portuale e con l’esercizio di buona parte delle attività produttive private ubicate all’interno della zona industriale di Punta Penna”.
Nell’articolata istanza, il legale dell’associazione Oasi ricorda che la società consortile Trigno-Sinello “ha segnalato un crescente disagio degli operatori economici di Punta Penna rispetto all’ipotesi di realizzare una pista ciclabile in area industriale e portuale, auspicando, conseguentemente, l’attivazione di un momento chiarificatore” e sottolina che “recentemente, la zona industriale di Punta Penna, unitamente al porto di Vasto, sono stati inseriti, con delibera di Giunta della Regione Abruzzo del 7 febbraio 2019, all’interno del perimetro costitutivo della Zona economica speciale (Zes), proprio al fine di creare nuove ed ulteriori occasioni favorevoli di sviluppo socio-economico, anche attraverso il traffico delle merci” che, secondo lo studio redatto dalla società Proger per conto dell’ex consorzio industriale (oggi Arap, agenzia regionale delle attività produttive) avrà “un aumento del traffico di merci dalle attuali 700mila tonnellate circa a 1,3 milioni di tonnellate”. Tutto questo “non potrà che determinare un aumento della intensità dei traffici di mezzi pesanti e veicoli all’interno della zona interessata dal progetto del lotto numero 6 della pista ciclabile”.
Di qui l’istanza di modifica o revoca del progetto, per “l’estrema pericolosità della soluzione che si intende cantierare”.
Anno dopo anno, mese dopo mese, si fa sempre più complicata la convivenza di ambientalisti e industriali in quel fazzoletto di territorio a nord di Vasto che, accoglie, in una situazione geografica più unica che rara, la Riserva naturale di Punta Aderci e la zona industriale di Punta Penna. Confinanti. E spesso in conflitto.
OASI: “PERCORSO PERICOLOSO” – “Le motivazioni dell’iniziativa, sono tutte in ragione della pericolosità della soluzione progettuale approvata e delle interferenze della pista ciclabile, con la regolare viabilità ordinaria che interessa la zona industriale e, in particolare, quella al servizio dell’area portuale”, afferma l’associazione Oasi. “Va detto, per inciso, che tutta l’area è interessata, tra l’altro, dal progetto di sviluppo derivante dalla ZES, Zona Economica Speciale, con ulteriori forme di sviluppo e eventuale incremento del traffico merci.
Gli organi competenti, infatti, non hanno tenuto in debita considerazione una serie di pareri, a partire da quello del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Ufficio Circondariale Marittimo Vasto che, già nel 2014, aveva espresso tutte le perplessità sul tracciato proposto, non in linea con quanto previsto dal Piano Regolatore Portuale. Una posizione ribadita dallo stesso Ministero nel 2015, quando si invitarono i progettisti a trovare soluzioni alternative “che non interferiscano con la viabilità di accesso al porto e che non aggravino le già precarie condizioni di sicurezza”.
A recepire le preoccupazioni, espresse dagli operatori economici, la Regione Abruzzo, per iniziativa dell’ex presidente, Luciano D’Alfonso, che al fine di scongiurare ogni pericolo e interferenza, tra la viabilità ordinaria e il tracciato della pista ciclabile, invitò le parti, nel 2017, a una riunione proprio per discutere una nuova proposta di modifica del tracciato all’ingresso del porto di Vasto. Iniziativa, poi seguita anche da una comunicazione a firma degli operatori portuali e i vari referenti della logistica e trasporto. Sulla vicenda hanno espresso preoccupazione e perplessità anche l’Arap e la Società Consortile Trigno-Sinello. Il percorso della Via Verde Costa dei Trabocchi nel paraggio in questione, tra l’altro, è irrispettoso delle raccomandazioni Eurovelo e delle linee guida del Ministero dei Lavori Pubblici.
Oggi, l’associazione Oasi, in relazione proprio alle attività statutarie, a fronte del mancato recepimento in sede progettuale delle raccomandazioni fornite dai vari organismi, si vede costretta a rivolgersi, in termini perentori, alla Provincia di Chieti, in qualità di soggetto pubblico competente e al Comune di Vasto, quale soggetto pubblico attuatore”.