“Ieri sera ho sbagliato perché per la prima volta mi sono lasciato andare alla rabbia. Tornato a casa e dopo che nelle ultime settimane ho letto di tutto sulla intitolazione del parco a Pino, ho scritto senza pensare che la mia rabbia potesse essere fraintesa”. Così Giacinto Verna, vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Lanciano, chiede scusa dal suo profilo Facebook personale, dopo l’uscita a dir poco infelice di ieri sera, a margine della polemica sulla dismissione del campo “Esposito” dal parco Villa delle Rose – “Pino Valente” [LEGGI QUI] che lo ha visto oggetto di critiche e a volte anche offese personali.
“Un giorno morirete tutti e nessuno si ricorderà di voi. Mica perché in vita siete cattivi, bugiardi e invidiosi. No! Troppo scontato. Nessuno si ricorderà di voi perché siete inutili. Fortunatamente Lanciano ha cuore e riconosce sempre chi l’ha amata all’infinito”.
Questo il testo del messaggio postato ieri sera dal vicesindaco e cancellato poco dopo. Ma si sa, nel tritacarne dei social oggi basta un attimo per scatenare polemiche e soprattutto, basta un attimo per fare una foto, uno screenshot, e lasciare ad imperitura memoria quanto scritto, seppur rimosso poco dopo.
Ed è stata tanta l’indignazione per quelle parole forse poco consone ad un rappresentante delle istituzioni, colto chiaramente da un momento di ira e sconforto, ma che hanno immediatamente portato alla richiesta di dimissioni dalle opposizioni, non solo quelle in consiglio comunale e ad uno sdegno generale, di chi, in qualche modo, si è sentito toccato e quindi definito come “inutile”.
“Non mi sono riferito minimamente a chi si oppone allo smantellamento del campo e a chi non la pensa come me su questa cosa. – precisa Verna – Ci mancherebbe che mi riferissi ai miei concittadini: solo chi non mi conosce e non conosce il mio attaccamento alle persone di questo territorio, solo chi vuole strumentalizzare politicamente questa circostanza può pensarlo e sfruttarlo per ragioni politiche. Ho sbagliato e dopo 10 minuti mi sono reso conto di questo mio errore rimuovendo il post. Ho sbagliato, – rimarca – anche se l’ho fatto in preda alla rabbia che genera dalle cattiverie e dalle cose ingiuste sulla intitolazione del parco a Pino. Non volevo offendere nessuna idea, nessuna posizione, lo ripeto e lo ripeterò a chiunque mi chiederà spiegazioni”.
Un post, quello di Verna, quindi dettato dalla rabbia e forse da una pressione eccessiva maturata nell’ultimo periodo, anche a causa della polemica sull’Esposito, che nelle ultime settimane ha raggiunto a volte livelli esasperanti e che oggi culminerà con il corteo di protesta in programma nel pomeriggio [LEGGI QUI].
“Ero semplicemente indignato nei confronti di chi invece millanta e offende pubblicamente in modo [mar_dx] volgare dietro una tastiera, con commenti e post anche privati, attribuendo ricostruzioni false e fantasiose a una persona che non c’è più e non può difendersi da queste falsità. Rispetto a tutto questo, – conclude il vicesindaco – ieri sera, mi sono sentito sconfortato, indignato, arrabbiato ed ho sbagliato. Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti destinatari di un messaggio che non era assolutamente rivolto loro”.
Tutto è bene quel che finisce bene, verrebbe da dire, ma forse abbiamo solo assistito ad un altro triste episodio che ci dimostra come i social, soprattutto in ambito pubblico, vadano maneggiati con cura perché, come dice il punto 6 del Manifesto della comunicazione non ostile, “le parole hanno conseguenze”, ovverosia la rabbia, scatti di ira ed esasperazione e, perché no, a volte anche brutte figure. Rigorosamente bipartisan.