Nessun altro ammortizzatore sociale per tutelare i livelli occupazionali, almeno fino al settembre 2020. È quanto emerso dall’incontro tra sindacati e dirigenza della Pilkington (tenutosi il 25 giugno scorso) dopo il passaggio di quest’ultima al ministero dello Sviluppo economico a Roma.
La strada appariva già in forte salita e si è rivelata, come da pronostici, non percorribile. Il 24 settembre prossimo scadrà la cassa integrazione e già il giorno dopo potrebbero partire le procedure di licenziamento collettivo nei confronti, per ora, di 55 lavoratori. Il colosso dei vetri per auto deve fare i conti con il massiccio ricorso ai contratti di solidarietà prima e alla cassa integrazione poi e ora dovrà aspettare prima di poter accedere ad altre misure. Scartata anhe l’ipotesi di agganciare la fabbrica sansalvese ad ammortizzatori per altri siti italiani del gruppo.
[ant_dx]I 55 esuberi sono strutturali, come emerso dall’attivo unitario dei sindacati di metà giugno, ma il mercato che va a rilento potrebbe farli salire.
Nei prossimi giorni la società tornerà a Roma per trovare pieghe utili nel Decreto Dignità soprattutto per quanto riguarda i pensionamenti su base volontaria. Avviati colloqui, nel frattempo, anche con la Regione.
Una buona notizia arriva dall’attuazione del piano industriale. A breve, nell’azienda satellite Primo, una ventina di persone potranno iniziare a lavorare su un nuovo impianto per il wiring (la realizzazione dei circuiti all’interno dei parabrezza) anticipando i tempi sulla tabella di marcia.