“Cerchiamo di abbattere i muri che ogni giorno diventano più alti e spessi e di unire due mondi che sono troppo lontani, ma in fondo sono lo stesso”. Così Rosetta Madonna, professoressa e responsabile del progetto ci parla di “L’Arcobaleno”, il giornale redatto dai detenuti della Casa Circondariale di Lanciano in collaborazione con le scuole del territorio, giunto alla sua ottava edizione e presentato stamattina alla Casa di Conversazione.
“Per noi è un progetto molto importante – commenta Rosetta Madonna – perché ci mette di fronte a delle persone che chiedono solo di essere giudicate come essere umani, che ovviamente hanno sbagliato, stanno pagando e vogliono un riscatto”.
E sono circa 20 i detenuti “giornalisti” che si alternano all’interno della redazione e compongono i loro pezzi tra attualità, cronaca, ma soprattutto lettere, poesie e riflessioni. “Con loro parliamo di libertà, giustizia, solitudine – sottolinea la responsabile del progetto – ma anche del bullismo, violenza sulle donne e rapporto con la famiglia. Temi che vengono trattati anche dai ragazzi delle scuole, quest’anno in particolare modo del Liceo Classico Vittorio Emanuele II, in uno scambio di opinioni e punti di vista che non può che far bene ad entrambe le parti”.
Soddisfazione anche da parte della direttrice della Casa Circondariale di Villa Stanazzo, Lucia Avantaggiato, [mar_dx] che ormai da sempre sponsorizza con convinzione attività che facciano entrare in relazione chi vive dai due lati delle sbarre. “Noi puntiamo moltissimo sulla cultura, sul far lavorare le menti. Riteniamo – dice la Avantaggiato – che il miglior strumento di reinserimento e per superare pregiudizi sia fondato sulla cultura. È l’ignoranza, infatti, che porta al crimine e che impedisce un vero reinserimento nella società”.