“Notiamo con stupore che, ancora una volta, si esprimono sulla stampa giudizi e si rappresentano questioni, legate allo sviluppo e alla sostenibilità ambientale di Vasto, non rispondenti a verità” riguardo ai “possibili effetti di erosione costiera, ipotizzati in relazione all’ampiamento dello scalo portuale”. Così Oasi, l’associazione degli imprenditori della zona industriale di Punta Penna, critica le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi a Zonalocale da due ecologisti: Stefano Taglioli, responsabile del Gruppo Fratino, e Lino Salvatorelli, presidente locale dell’Arci, riguardo alla costruzione di un pennello frangiflutti per proteggere la spiaggia di Vignola.
“In verità – sostiene l’associazione di cui è presidente Pietro Marino – i lavori di potenziamento del porto di Vasto sono tutti previsti dal Piano Regolatore, approvato nel gennaio del 2014 , sono accompagnati da importanti studi tecnici e sono stati sottoposti a una serie di procedure con la Valutazione Ambientale Strategica che ha contemplato anche la Valutazione di Incidenza Ambientale. Tutte le analisi esperite hanno ampiamente dimostrato che le opere marittime previste non introducono elementi di impatto negativo sulla morfodinamica dei litorali limitrofi al porto. Al contrario, gli studi hanno dimostrato ben altro, evidenziando che la falcata sabbiosa, oggi presente nel tratto del litorale, che si sviluppa per oltre un chilometro a ponente di Punta della Lotta, si è formata proprio in seguito ai lavori di realizzazione e prolungamento dello stesso molo (creando la spiaggia di Punta Penna).
A dimostrazione dell’infondatezza e dell’ingiustificato allarmismo, cagionato dalle notizie riportate negli articoli che fanno riferimento alle dichiarazioni dei signori Taglioli e Salvatorelli non suffragate da alcun tipo di studio scientifico se non dalla loro personale visione delle cose, esiste un voluminoso ed esaustivo dossier, validato da professionisti di chiara competenza internazionale, in materia di ingegneria marittima ed in materia ambientale.
Non risponde, altresì, al vero, la circostanza secondo la quale la scogliera realizzata recentemente dalla Inmare è da considerare come un primo intervento di difesa litoranea di Vasto.
Infatti, già dal 2004 al 2008, la Regione Abruzzo ha realizzato una scogliera frangiflutti debolmente sommersa a 1500 metri a sud di Punta Penna. Basta dare uno sguardo a Google Earth per trovare testimonianze anche di altri interventi, perfino risalenti agli anni settanta ad opera delle Ferrovie dello Stato o a difesa di altri edificati (Ristorante il Corsaro).
Si tratta quindi di normali interventi di manutenzione e di bonifica ambientale.
Precisiamo, quindi,- sperando che sia l’ultima volta – che lo sviluppo del porto di Vasto passa attraverso uno strumento che ha visto l’approvazione dell’amministrazione comunale, in primis, del consiglio Regionale, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e della Autorità marittima e che non può essere posto in discussione, sulla base di preconcetti o false informazioni.
La riqualificazione del Porto di Vasto è, invece, alla base dello sviluppo infrastrutturale di un’area depressa, con un tessuto imprenditoriale bisognoso di una logistica efficiente e dinamica.
L’Associazione Oasi, che è nata anche con lo scopo di tutelare gli interessi dei suoi associati, sta vagliando le dichiarazioni rese e la portata degli articoli pubblicati sulla base di infondate notizie e di luoghi comuni”.
“Le sterili polemiche – afferma Oasi – vanno isolate, specialmente quando sono animate da posizioni ideologiche e preconcette, che nulla hanno a che vedere con il profilo assertivo di chi ha la l’obbligo di assicurare uno sviluppo duraturo e sostenibile nell’interesse della intera collettività rappresentata”.