“Considerata l’insussistenza dei presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare, la quale non appare assistita da sufficienti profili di “fumus”, il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo sezione staccata di Pescara (Sezione Prima), respinge la domanda cautelare”.
Così il Tar Abruzzo ha respinto il ricorso del trabocco “Pesce Palombo” contro il Comune di Fossacesia che ha revocato la concessione in seguito ad un’ispezione della Capitaneria di porto.
“Le opere di ampliamento della superficie del trabocco – si legge nella sentenza – comportano l’inadempienza all’obbligo, imposto dall’art. 1, comma 6, della L.R. 11/08/2009, n. 13 di realizzare sul trabocco qualunque intervento di trasformazione edilizia, ad eccezione di quelli strettamente necessari per la conservazione, ottimizzazione della funzionalità e superamento delle barriere architettoniche”.
In sostanza, secondo la sentenza dei giudici Paola Anna Gemma Di Cesare e Renata Emma Ianigro, se l’aumento di superficie del trabocco non è giustificato, si tratta di un abuso edilizio e per questo il ricorso presentato dal proprietario del trabocco “Pesce Palombo” Bruno Verì, difeso dagli avvocati Aldo e Stefano La Morgia e Raffaello Carinci è stato respinto.
Una sentenza che, alle porte della stagione estiva e con la Via Verde in dirittura d’arrivo, getta non poche [mar_dx] ombre su una questione già problematiche e mette la Regione, ancora una volta, di fronte al problema.
Simboli turistici, nuovi ristoranti di lusso sull’acqua o antiche macchine da pesca? Fino a che i trabocchi restano vincolati al rispetto della normativa edilizia sarà difficile immaginare un cambio di destinazione d’uso e con l’estate che bussa alle porte, risulta più che mai necessaria una nuova legge regionale per evitare un dannoso effetto a catena.