Da lunedì 13 a venerdì 17 maggio, la nuova direzione didattica di Vasto, in collaborazione con Progetto Erasmus + 2018-2020 L.O.V.E., ospiterà un gruppo rappresentativo degli studenti di alcuni istituti scolastici di Turchia, Macedonia, Grecia, Lituania e Polonia, coi quali condivide un percorso di ricerca e studio sui temi di bullismo e cyberbullismo. Nel pomeriggio di ieri, presso la Sala Aldo Moro di Vasto, si è svolta la conferenza riguardante “Bullismo e cyberbullismo, un’emergenza sociale”.
A tenere l’incontro Carmen Fedele, giudice onorario del tribunale dei minori dell’Aquila, il commissario della polizia postale di Pescara Manuela Carulli, Renata Ciantra responsabile del servizio di tutela dei minori presso il comune di Vasto e il tenente Luca D’Amrosio comandante della Comapagnia carabinieri di Vasto.
Ad oggi, circa il 90% delle comunicazioni avviene su internet, per questo motivo i rischi di incorrere in azioni illegali di vario genere si sono amplificati. Negli ultimi anni, per quanto riguarda il cyberbullismo, il fenomeno ha avuto una crescita esponenziale. Soprattutto, sembra essersi spezzato il concetto tipico del bullismo di prevaricazione del più forte sul più debole. Oggi, ad esempio, sono numerose le segnalazioni di casi di bullismo tra ragazze. Questo probabilmente perché in età adolescenziale non si hanno ancora i mezzi per riconoscere il valore della diversità.
Ne abbiamo parlato con la dirigente scolastica della nuova direzione didattica di Vasto, Concetta Delle Donne.
Quanti episodi di bullismo sono stati segnalati nel nostro territorio?
Questo dato non è in mio possesso perché non abbiamo nella nostra città, ma più in generale, sul nostro territorio, un osservatorio sul bullismo e cyberbullismo. Abbiamo però intenzione di istituirlo, anche grazie all’aiuto della polizia postale e dei servizi sociali del comune di Vasto. Sicuramente tra gli episodi segnalati e quelli realmente accaduti ci sarà un divario importante perchè c’è ancora una certa reticenza nel denunciare questo tipo di fenomeno. I bambini sono vittime e autori di atti di bullismo e cyberbullismo in età sempre più precoce. Per quanto riguarda il bullismo stiamo parlando di casi posti in essere a scuola o nei luoghi di aggregazione per ragazzi. Per il cyberbullismo, purtroppo, il fenomeno è molto più importante e dilagante. Perché avviene nell’arco delle 24 ore dato che ragazzi e bambini hanno sempre a disposizione cellulari e dispositivi, spesso senza il controllo dei genitori.
Le famiglie quanto ne sanno a riguardo?
Io temo molto poco. L’informazione alla famiglia avviene attraverso i mass media che spesso danno una versione distorta o troppo allarmistica solo quando il caso è eclatante. Tutti pensano riguardi fasce di deprivazione sociale o ambienti e città lontani dalla nostra realtà. Invece sappiamo che il fenomeno è diffuso in tutte le fasce della società, anche in famiglie benestanti.
Questo è un evento di sensibilizzazione verso le famiglie e i ragazzi, ma cos’altro si sta facendo all’interno delle scuole?
Il nostro progetto è a livello europeo e riguarda i temi del bullismo e del cyberbullismo, coinvolgendo scuole di diverse nazioni. I diversi istituti si confrontano sulle modalità in cui i diversi Paesi affrontano il fenomeno e svolgono insieme un lavoro di ricerca e azione per individuare anche nuove strategie. Il fenomeno del cyberbullismo è però più difficile da combattere perché è in continua evoluzione.
A livello di polo didattico le sono mai pervenute segnalazioni di questo tipo di eventi?
A livello di cyberbullismo no. Se si parla di bullismo vero e proprio è stato ravvisato qualche episodio, ma con contorni ancora molto sfumati vista l’età dei bambini. Proprio per questo motivo l’azione della scuola non è mai di natura repressiva ma sempre propositiva e di coinvolgimento a livello emotivo per un lavoro di prevenzione.