“Quest’anno, a Vasto Marina, c’erano tre nidi di fratino, di cui uno distrutto dalle cornacchie e due dai vandali, che di notte rubano le uova dalle gabbie di protezione dalle cornacchie”. È un vandalismo ambientale, quello denunciato pubblicamente da Stefano Taglioli nella presentazione del suo libro Il falco della regina. Il noto naturalista vastese ha dialogato col pubblico presente alla conferenza, che si è tenuta sabato scorso nella sede del Cai (Club alpino italiano) di Vasto ed è stata moderata dal dottor Donato Di Pietropaolo e arricchita dall’interpretazione di Raffaella Zaccagna, che ha letto alcuni passi del noir di Taglioli.
VANDALI CONTRO IL FRATINO – “Il fratino non nidifica più nella Riserva di Punta Aderci, perche non gliene frega niente a nessuno. Le attenzioni per il fratino, ormai simbolo delle spiagge italiane, nascquero a Vasto e anche nella Laguna Veneta. Sulla spiaggia di Punta Penna, inizialmente, è stato l’avanzare delle dune a rendere difficile la nidificazione, ma il problema è soprattutto una pressione antropica sempre maggiore, che oggi è enorme. A Punta Penna, ad oggi, non c’è traccia di politiche di conservazione, né di azioni finalizzate a favorire il ritorno del fratino. A Vasto Marina, invece, ha tre chilometri e mezzo di arenile per nidificare”.
AMBIENTALISTA O NATURALISTA? – Taglioli rifiuta l’espressione “sviluppo compatibile”, perché “lo sviluppo, di per sé non è compatibile. Lo sviluppo è incompatibile. Io, infatti, ho sempre parlato di sviluppo responsabile. I meccanismi naturali hanno delle regole ferree non derogabili”.
Lui che, per anni, ha custodito, [mic_dx] valorizzato e fatto conoscere la Riserva naturale di Punta Aderci ed è tuttora attivista del Wwf, non si definisce ambientalista, ma si sente più vicino al termine naturalista: “Gli ambientalisti sono diversi dai naturalisti. Gli ambientalisti danno un valore economico alla natura a scopi turistici”.
Commenta così l’ultimo movimento popolare per la salvaguardia del pianeta dal cambiamento climatico, nato dall’iniziativa di una sedicenne attivista svedese assurta alle cronache mondiali: “Greta Thunberg ci ha dato una possibilità, che sono certo non sfrutteremo (in questo senso, sono pessimista): quella di vivere in un mondo decente. Ma 400 parti di anidride carbonica per milione sono irreversibili, anche se, da oggi, bloccassimo tutte le immissioni nell’atmosfera”.