“L’idea mi è venuta più di tre anni fa. Sono stato molto tempo ricoverato in ospedale. L’unica cosa che avevo era il computer. E allora, mi è venuto in mente di creare una pagina Facebook per valorizzare il pescato italiano”. Angelo Natarelli racconta come è nata Pescatori a tavola, la community interamente dedicata alla filiera della pesca. “Oggi – spiega – siamo arrivati a oltre 170 iscritti, tra cui nomi eccellenti della ristorazione italiana e numerosi commercianti ittici, e abbiamo raccolto quadi 56mila mi piace da parte delle persone che ci seguono sia su Facebook che sul sito internet www.pescatoriatavola.com. La soddisfazione, per noi, è alle stelle”.
Trentadue anni, vastese, Angelo ha ereditato dalle famiglie paterna e materna, Natarelli e Febbo, la passione per il mare. Papà Rocco, scomparso alcuni anni fa, era un commerciante del settore ittico. Parla al plurale, perché sono in tre i curatori dell’iniziativa: “Gli altri due compagni d’avventura sono Michael Di Cintio e Remo Presenza. Siamo riusciti a suscitare l’interesse anche di chef stellati come Gennaro Esposito. E a creare curiosità in un pubblico sempre più ampio: “Diversi video che abbiamo pubblicato hanno raggiunto milioni di visualizzazioni”, sottolinea Natarelli che, sulla questione pesca a strascico, espone la posizione di Pescatori a tavola: “Non siamo totalmente contrari. Diciamo no allo strascico sotto costa, perché distrugge i fondali del litorale italiano, ma teniamo presente che, quando la pesca a strascico viene praticata a un certo numero di miglia dalla battigia, può avere anche una funzione positiva, perché arare il fondale è importante, ad esempio, per la vita dei gamberi”.
Il prossimo obiettivo è già individuato: “Lavoriamo con l’obiettivo di arrivare, nel 2020, alla certificazione nazionale di filiera per creare un marchio dotato di QR code da apporre sulle cassette di pesce, in modo da garantire, attraverso un semplice controllo che chiunque potrà fare tramite cellulare, la tracciabilità di tutta la filiera e, quindi, la certezza della provenienza del pescato. Ci sarà un disciplinare con precise regole da rispettare: contribuire alla raccolta della plastica in mare, non pescare sotto costa, non catturare pesce sottomisura. Chi non rispetta le norme, non potrà ottenere il marchio”.
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