“Non è giusto dire che i centri commerciali fanno morire i piccoli negozi. Realtà grandi e piccole possono convivere a Vasto, come in tante altre città, comprese quelle più vicine, come Lanciano e Termoli”. Il presidente di Confedilizia Vasto, Riccardo Alinovi, contesta lo stop che il sindaco, Francesco Menna, ha imposto agli imprenditori che chiedono di poter costruire nuovi centri commerciali.
“Le scelte di una città sono molto delicate e bisogna stare attenti quando si rilasciano dichiarazioni”, afferma Alinovi. “Provenendo il sindaco da una famiglia di commercianti, ha una visione di parte. In città come Lanciano e Termoli, ci sono centri commerciali nel senso più moderno del termine, mentre a Vasto strutture del genere non ci sono, o sono carenti. Quando ero consigliere comunale, dal 2006 al 2011, ho fatto parte della Commissione Assetto del territorio. Le norme tecniche del Prg prevedevano, nella zona nord di Vasto, in località Incoronata, una zona artigianale e commerciale al fine di consentire uno sviluppo moderno alla città, com’è avvenuto a Lanciano dove, all’uscita dall’autostrada, trovi l’area commerciale. Noi non abbiamo tutto questo, perché, a partire dall’amministrazione Tagliente e proseguendo con quelle successive, si è consentito di costruire quasi esclusivamente civili abitazioni. Il sindaco deve prestare più attenzione a questo settore e non ragionare con una mentalità sorpassata, forse retaggio delle sue passate simpatie comuniste. Diceva di essere un innovatore ma – sostiene Alinovi – nei fatti non lo è stato. Non è giusto dire che il centro commerciale fa morire il piccolo commerciante. Possono convivere. Le attività del centro si rivolgono a un pubblico di nicchia e i clienti chiedono ad esse ciò che non c’è in una struttura della grande distribuzione. Il centro storico di Vasto è stato trascurato e abbandonato, a differenza di quello di Termoli, che è vivo e curato”.
“Funzionano – dice Alinovi – le strutture commerciali innovative. A Vasto non ci sono, perciò i vastesi, nei fine settimana, vanno a Pescara e Chieti. Il mercato immobiliare è in un momento favorevole all’acquisto a prezzi convenienti. Voglio verificare il dato delle case sfitte, perché non mi risultano. A me risultano non essere 3mila, ma la metà. Invito il sindaco a rinnovarsi e a confrontarsi con le associazioni di categoria. La città non offre servizi adeguati. Questa è responsabilità della politica”.