Gissi è il caso più eclatante – vuoi per bacino elettorale e dimensione, vuoi per il risultato di cinque anni fa – ma è in buona compagnia. Disaffezione alla politica, spopolamento, scarsa volontà di impegnarsi in prima persona, incapacità di costruire un’alternativa in 5 anni di opposizione sono solo alcuni dei motivi che renderanno solo una formalità la tornata elettorale del prossimo 26 maggio (TUTTE LE LISTE, LEGGI).
Nel paese che diede i natali all’ex ministro Remo Gaspari, a Carpineto Sinello, Torrebruna, Montazzoli e San Giovanni Lipioni dalle urne usciranno indicazioni utili sono a stabilire i rapporti di forza interni allo stesso schieramento. Riconfermati alla guida del proprio Comune già da ora, quindi, rispettivamente, Agostino Chieffo, Antonio Colonna, Cristina Lella e Felice Novello, mentre per San Giovanni il prossimo primo cittadino dovrebbe essere Nicola Rossi che prenderà il posto di un’altra Rossi, Aurore.
[ant_dx]LE “CIVETTE” – Sono conosciute come liste-civetta e sono quelle messe in piedi solo per evitare il rischio commissariamento, composte principalmente da parenti e amici dei candidati della lista principale. La legge prevede che, con un solo schieramento in gara, l’affluenza dovrà essere del 50% + 1, in caso contrario il Comune sarà commissariato. Nel 2016 è successo a Fraine dove l’affluenza si fermò al 25,08% rendendo nulla la tornata elettorale e causando l’arrivo del commissario per un anno. Nello stesso anno, anche a Tufillo si presentò solo una lista, ma l’attuale sindaco Ernano Marcovecchio riuscì a essere eletto grazie a un’affluenza di poco al di sotto del 54%.
Dalla sconfitta per un voto al nulla. Il caso emblematico è sicuramente quello di Gissi considerato che le civette nella stragrande maggioranza dei casi si rendono necessarie nelle tornate elettorali dei comuni al di sotto dei 1.000 abitanti dove la formazione delle liste diventa sempre più difficile.
Qui, nella patria di zio Remo che conta un bacino elettorale di circa 2mila aventi diritto, nel 2014 l’attuale sindaco Agostino Chieffo la spuntò per un solo voto (921 a 920) su Cesare Di Martino del centrosinistra. Il ricorso al Tar dello sconfitto confermò l’esito delle urne.
Dopo cinque anni di opposizione in un paese ipoteticamente diviso a metà (in quell’elezione c’era anche il M5S che raccolse 97 voti), Cambiamo Gissi non ha presentato una lista per riprovarci dopo i rumors che volevano il segretario del locale circolo Pd e consigliere di minoranza, Nicola Raducci, candidato sindaco. Venerdì scorso, era comparso anche un nuovo stemma, La Rinascita gissana, rimasto poi orfano dei nomi necessari per la presentazione e sparito dalla pagina Fb del gruppo (i maliziosi penseranno a un bluff per contrapporre a Chieffo solo il quorum del 50% + 1). È così nata in extremis Alternativa Democratica per Gissi con capolista Adriano Zambi: una stella rossa (come da stemma) nell’ex regno dello scudo crociato che si prepara a sedere in consiglio comunale.
Il gruppo che 5 anni fa perse per un solo voto parla di scelta “molto dolorosa e contrastata” e di aver trovato l’appoggio di persone che però “non hanno ritenuto di poter o dover prestare la loro opera al servizio della collettività”. Il secondo mandato di Chieffo è blindato.
La “sfida” tra fratelli e gli altri. Felice (Alleati per Montazzoli) e Simone Novello (Per permettere di amministrare Montazzoli) ancora una volta si “sfideranno” alle urne. Il primo sarà di nuovo sindaco (di centrodestra) di Montazzoli, il secondo il capo della presunta opposizione. Il duello è andato in scena già nel 2014: l’attuale primo cittadino la spuntò con il 97,02%. 17 i voti presi dal fratello, pochini ma sufficienti a evitare un commissariamento sicuro se ci fosse stata una sola lista (l’affluenza si fermò al 36,89%).
Si fa di necessità virtù anche a Torrebruna, dove Cristina Lella è già certa di un secondo mandato. Cinque anni fa, il clima politico era sicuramente più caldo. Furono tre le liste a sfidarsi: Crescere Insieme (dell’attuale sindaco), Energie nuove per il rinnovamento e Per il futuro. Il 26 maggio, oltre alla lista della Lella, ce ne sarà una civetta, Uniti, con a capo Pierluigi Petta.
IL MESE DI ASPETTATIVA – Il copione non cambia: ancora una volta decine di membri delle forze dell’ordine parteciperanno alle elezioni nei piccoli comuni al di sotto dei mille abitanti per le quali non è necessario raccogliere le firme. Per lo più si tratta di agenti di polizia penitenziaria, ma non mancano finanzieri ecc.
Il fenomeno è ben conosciuto e non accenna a diminuire tanto da indurre Mauro Nardella (sindacalista della Uil nel carcere di Sulmona) a lanciare un grido d’allarme per “una fuga di massa, che creerà drammatici problemi di organico nelle carceri abruzzesi”, come dichiarato ad Abruzzoweb [LEGGI]. Tutto ruota intorno all’articolo 81 della legge 121 del 1981 che obbliga gli appartenenti delle forze dell’ordine a prendere un mese di aspettativa in caso di candidature.
In questa tornata elettorale sono tre le liste di forze dell’ordine in campo. Due sono a San Giovanni Lipioni, Lega..ti per San Giovanni Lipioni e Vivere Insieme: circa 20 candidati di cui la gran parte forse ha messo piede nel piccolo comune del Vastese solo per firmare i moduli per la presentazione delle liste e che rendono spianata la strada verso la vittoria di Nicola Rossi (Insieme si può). Luigi Frangione (capolista di Lega..ti) è anche consigliere d’opposizione a Fraine – dove due anni fa guidava una delle quattro (sì, ben quattro) liste di forze dell’ordine [LEGGI] – e ora dovrà dimettersi per correre a San Giovanni.
Vicino a Sabrina Bocchino, candidato anche alle ultime Regionali del Molise, all’Eco dell’Alto Molise assicura che la sua è solo passione politica e non volontà di usare il permesso elettorale [LEGGI]. Fatto sta che grazie alla presenza di queste due liste non si correrà il rischio del commissariamento.
Discorso uguale, infine, a Carpineto Sinello, dove Antonio Colonna può già brindare alla riconferma grazie alla presenza de L’Alternativa: 11 candidati che non mirano ad amministrare il piccolo paese di poco più di 500 abitanti.