Se non fosse per le Terme Romane, che hanno una nuova copertura e vengono valorizzate dal Fai, via Adriatica sarebbe la strada dei ruderi abbandonati.
Sbarrata e invasa dalla vegetazione incolta la gradinata, parzialmente franata diversi anni fa, che conduceva al sottostante Parco Muro delle Lame. Chiusa con catena e lucchetto la passerella della zona archeologica sotto via Adriatica. Abbandonata fino a data da destinarsi l’arena comunale. Infine, l’ultima tegola: il crollo di una porzione del tetto della chiesa di Sant’Antonio da Padova.
Eppure, nel 2008, sembrava fosse iniziata una seconda vita per questo tratto della balconata orientale: quello fu l’anno della rinascita con nuovi lampioni, ringhiere, colonne e pavimentazione.
Da 11 anni, è area pedonale (con la sola eccezione di piazza del Popolo: Ztl con parcheggio per i residenti) l’incantevole terrazza naturale affacciata sul Golfo di Vasto che va dalla Loggia Amblingh alla stessa via Adriatica, passando per i Giardini napoletani di d’Avalos.
Molti dei gioielli di via Adriatica, però, sono abbandonati. L’unica area storica davvero fruibile è quella delle Terme dell’antica Histonium.
Basta, però, attraversare la strada per trovare la passeggiata archeologica appena al di sotto della balconata: lì, dove sono stati rinvenuti nel 2005 i resti di una porticus, la passerella non è mai stata aperta al pubblico. È chiusa col lucchetto. La staccionata di protezione è rimasta a metà. Lì vicino c’è la gradinata caduta in rovina, come, di fronte, la chiesa di Sant’Antonio, chiusa da gennaio, quando i vigili del fuoco hanno scoperto che una trave era lesionata. E poi è crollata dopo qualche settimana, portandosi dietro una parte del tetto. A due passi, l’arena comunale alle Grazie: chiusa, non è più a norma. Sta decadendo anno dopo anno quello che era stato il teatro all’aperto di tanti spettacoli in una città che non ha a disposizione molti spazi capienti per gli eventi importanti.