“Non ci sono parole. Resto ancora senza fiato”. E’ questo il commento di Lisa La Pietra, cantante lancianese 32enne, a Parigi dal 2016 per un dottorato di ricerca all’Università di Parigi Vincennes-Saint Denis, all’indomani dell’incendio alla cattedrale di Notre Dame.
“Ieri pomeriggio sono passata di corsa all’IRCAM/Centro Pompidou dove sto preparando l’intervento per il convegno in cui interverrò giovedì 18 e dopo pochi minuti è arrivata la voce che Notre Dame fosse in fiamme. Incredula e spaventata, – racconta Lisa a Zonalocale – sono corsa fuori dal centro di ricerca assieme ad altri colleghi. Ci siamo diretti verso la stazione di taxi più vicina che è a Hôtel de Ville, proprio a metà tra il Centro Pompidou e Notre Dame e lì abbiamo iniziato a percepire la gravità della situazione. La circolazione era già quasi del tutto bloccata, gente in panico, in lacrime, spaventata, triste. Tutti sconvolti dal dispiacere – prosegue – per la basilica che stava andando troppo rapidamente in fiamme e allo stesso tempo terrorizzati perché quando accade qualcosa del genere a Parigi, non si può che pensare al peggio”.
Lisa è arrivata a Parigi nel marzo 2016, il dottorato è poi iniziato ad ottobre e novembre si è da subito dovuti confrontare con i primi attentati nella notte di terrore al Bataclan. “Tutto questo non mi ha impedito di trasferirmi, a dicembre, ma di fatto sono due anni e mezzo che mi sveglio ogni giorno pensando speriamo che non succeda nulla, speriamo che l’aereo parta, è più pericoloso prendere il taxi o in metro? L’orgoglio francese è una buona disciplina da praticare, ma non è semplice vivere in queste condizioni di rischio tangibile e insicurezza perenne. La vita va avanti per forza di cose, ma nell’attimo in cui abbiamo il coraggio di fermarci a riflettere, effettivamente, abbiamo l’impressione di vivere in un paese in guerra”.
Lisa ormai si sente parigina a tutti gli effetti grazie anche al dottorato in filosofia estetica, scienza e tecnologia delle arti, rispetto al quale nel 2018 ha ottenuto il coinquadramento scientifico nell’equipe analyse e synthèse du son dell’IRCAM/Centre Pompidou. Ed è di poche settimane fa la pubblicazione del suo libro “Orfeo tra Biocapitalismo e proprietà intellettuale. Etica ed estetica dell’interpretazione vocale”, presentato al Salon du libre di Parigi nell’edizione da poco conclusasi.
“Quando torno a Lanciano e sento parlare del problema degli immigrati, mi sento male perché sono una immigrata anch’io e non so quale sarà il destino dei miei figli e del Paese in cui li metterò al mondo, se la vita vorrà concedermeli in dono. – dice Lisa – L’incendio di Notre Dame, a prescindere da come sia stato generato, credo debba farci riflettere su quali valori umani stiamo trasgredendo a tal punto da provocare così tante sciagure nel mondo. La liquidità capitalistica e il consumismo imperante – sottolinea – ci stanno fagocitando come individui mettendoci gli uni contro gli altri in una partita trincerante, che di questo passo non lascerà scampo a nessuno e ci vedrà tutti perdenti”.
E nonostante la vita vada avanti, oggi era ancora scossa, soprattutto alla vista di ciò che resta dopo dell’incendio che ha tenuto impegnati i vigili del fuoco frentani per tutta la notte nel disperato tentativo di non far andare perduto un patrimonio non solo francesce, ma dell’intera umanità.
[mar_sx] “Credo che le lacrime dei Parigi di fronte alla distruzione della cattedrale dimostrino il valore umano soggiogato che c’è in ogni singolo individuo e che si riflette nel proprio patrimonio culturale come traccia inestimabile dell’umanità e tutto questo mi fa ben pensare. Credo ancora – conclude Lisa – che le parole del presidente Macron: ‘La ricostruiremo. La ricostruiremo tutti insieme’ siano importanti per ripensare una umanità, una società, una famiglia, un insieme e non ognuno di noi singolarmente”.