Anche a Vasto si potranno celebrare i matrimoni civili in riva al mare e in luoghi di pregio. Lo ha stabilito la Giunta municipale che, nella seduta di ieri, “facendo seguito al proprio atto di indirizzo del 30 ottobre 2018 (deliberazione n. 303) con cui aveva espresso indirizzo favorevole all’ampliamento della possibilità di celebrazione dei matrimoni di rito civile anche al di fuori della Casa Comunale, ha approvato il relativo avviso pubblico”, si legge in una nota del municipio.
Se ne parlava da anni. Gli operatori turistici avevano nuovamente avanzato la richiesta all’amministrazione comunale dopo che una coppia di sposi belgi avevano voluto, dopo la cerimonia, festeggiare nella baia di San Nicola [LEGGI].
“L’avviso – spiega l’assessore ai Servizi Civici, Luigi Marcello – si rivolge ai proprietari o coloro che possono legittimamente disporre, nel territorio comunale, di strutture con accesso al mare e/o vista mare e/o di particolare pregio ambientale, storico, artistico o architettonico. Tali soggetti dovranno concedere all’Amministrazione Comunale in comodato gratuito, in uso esclusivo per la durata di due anni, spazi o locali idonei ai fini dell’istituzione di separati Uffici di Stato Civile per la celebrazione di matrimoni con rito civile e unioni civili. Nel corso del rito, il luogo della celebrazione sarà ad ogni effetto Ufficio di Stato Civile e, pertanto, non potranno essere consentite attività incongruenti o lesive del decoro, anche nelle pertinenze, tali da disturbare la celebrazione”.
“I locali da concedere in uso – specifica la nota del Comune di Vasto – dovranno essere decorosi e adeguati alla finalità pubblica istituzionale, essere accessibili al pubblico, possedere i requisiti di legge di idoneità, agibilità e sicurezza, essere conformi alla vigente normativa edilizia e /o demaniale ed essere adeguatamente arredato ed attrezzato in relazione alla funzione cui sarà adibito.
La manifestazione di interesse deve essere sottoscritta dal proprietario o dall’avente titolo, con allegati copia del documento di identità in corso di validità, planimetria e documentazione grafica e fotografica dello spazio interessato, e dovrà pervenire all’Ufficio Protocollo del Comune di Vasto Piazza Barbacani, n. 2, entro e non oltre le ore 12.00 del quindicesimo giorno successivo a quello della pubblicazione del presente avviso all’Albo Pretorio on line del Comune di Vasto, mediante consegna
diretta allo stesso Ufficio Protocollo, oppure tramite Raccomandata A.R. o anche con PEC Posta Elettronica Certificata al seguente indirizzo: [email protected] con la seguente dicitura: Avviso pubblico di manifestazione di interesse per istituzione di separati uffici di stato civile“.
[mic_dx] CRITICHE – Secondo i consiglieri comunali Davide D’Alessandro (Vasto 2016) e Alessandra Cappa (Lega), sono troppi 1200 euro che gli sposi dovranno pagare al Comune per essere autorizzati a sposarsi in un luogo suggestivo: “Dopo mesi di attesa degli operatori del settore, dopo un gran pensare e ripensare, la montagna (l’amministrazione Menna) ha partorito il topolino (la determinazione di Giunta comuale numero 92 del 4 aprile 2019). Finalmente anche a Vasto i matrimoni civili potranno essere celebrati fuori dalla Casa Comunale, in luoghi che hanno particolari caratteristiche di pregio storico, architettonico e ambientale. E fin qui tutto bene. Il problema è che secondo il provvedimento non solo sarà tutto a carico dei proprietari delle strutture, non solo costoro dovranno garantire elevati standard di decoro (ed è giusto), non solo il provvedimento arriva tardi rispetto alla stagione ormai prossima delle cerimonie di questo tipo, ma gli sposi che vorranno effettuare tale scelta dovranno versare nelle casse comunali la considerevole cifra di 1200 euro. Ci pare un po’ troppo, considerato che tale misura dovrebbe costituire un mezzo per incentivare i matrimoni nella nostra incantevole città e, anche in tal modo, favorire il turismo e l’economia. Se poi si considera che le sale di Palazzo d’Avalos vengono affittate allo stesso scopo ma alla metà del prezzo, si capisce bene come una decisione che avrebbe dovuto invogliare gli sposi e gli operatori del settore si traduce, in realtà nell’ennesima ingiustizia dell’amministrazione comunale”.