La protesta delle terga va in scena un quarto d’ora prima delle 19. Quando il sindaco di Vasto, Francesco Menna, prende la parola in Consiglio comunale, cinque consiglieri di centrodestra presenti nell’Aula Vennitti si voltano di spalle: sono Guido Giangiacomo, Vincenzo Suriani, Alessandro d’Elisa, Francesco Prospero e Davide D’Alessandro.
“Non avevo mai visto un atteggiamento simile”, commenta contrariato il primo cittadino, che non manca di sottolineare più volte, durante il suo intervento, il comportamento dei cinque consiglieri che gli danno le spalle.
“Quando parliamo noi, il sindaco esce sempre dall’Aula e non ci ascolta mai. Questa è una risposta alle sue assenze”, ribatte d’Elisa.
Giangiacomo precisa: “Ci siamo allontanati, raggiungendo lo spazio destinato al pubblico, esattamente come fanno sempre i consiglieri di maggioranza. Nel corso della seduta, mentre noi ci sgolavamo in Consiglio, qualcuno prendeva l’aperitivo nella sala della Giunta. È stata una polemica rispettosa delle istituzioni, una contestazione civile per rivendicare i nostri diritti e per far capire al sindaco che si stava dilungando. Purtroppo, il regolamento prevede limiti di tempo per gli interventi in Aula dei consiglieri, ma non per il sindaco e la Giunta, che paradossalmente potrebbero parlare anche per tre ore di fila”.
La tensione rimane alta e non è destinata a stemperarsi, visto che, tra otto giorni, riprenderà la guerriglia consiliare.
TEATRO E BILANCIO – “Il serrato confronto con l’assessore Forte e il sindaco (visto che nessun consigliere di maggioranza ha osato prendere la parola) ha dimostrato l’atteggiamento fumoso e ambiguo di questa amministrazione”. Dopo le polemiche nel Consiglio comunale di ieri sul concorso, annullato dal Tar, per la direzione del nuovo Polo culturale Città del Vasto (Teatro Rossetti e Scuola civica musicale), partiti e liste civiche di centrodestra annunciano di voler fare le barricate anche nella sessione di bilancio, in programma il 3 aprile.
In un comunicato congiunto, gettano benzina sul fuoco i consiglieri comunali Davide D’Alessandro, Alessandra Cappa, Alessandro d’Elisa, Guido Giangiacomo, Edmondo Laudazi, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani: “È toccato a noi chiedere la convocazione del Consiglio sul tema scottante del Teatro Rossetti, dopo la sentenza del Tar che ha inchiodato Menna, Lapenna e compagni ai propri errori. Avevamo denunciato per tempo le lacune del bando e abbiamo invitato l’amministrazione a evitare il ricorso al Consiglio di Stato. Tutti gli atteggiamenti ondivaghi del sindaco sono venuti alla luce e ha dovuto abbassare lo sguardo di fronte alla verità: è stato lui, ovviamente, a delegare l’Avvocatura per il ricorso. Lui e non altri. L’Avvocatura null’altro avrebbe potuto fare che obbedire. Ma Menna ha chi ha obbedito? Chi lo ha costretto, in assenza di interesse pubblico, a decidere in poche ore di attivare il ricorso? Noi non abbiamo nulla contro i vincitori dei concorsi, ma non debbono essere bocciati dal Tar”.
[mic_dx] Secondo D’Alessandro, Cappa, d’Elisa, Giangiacomo, Laudazi, Prospero e Suriani, i concorsi “devono essere limpidi, chiari e trasparenti. Non ci devono essere figli e figliastri. E staremo attenti ai costi. A quanto si spende e a quanto si spande. Il primo cittadino si lamenta per i costi di un Consiglio comunale, dove si esalta la democrazia, e nulla dice sui tanti sprechi della sua amministrazione. Ma ne parleremo il prossimo 3 aprile, nella seduta dedicata al bilancio. In quell’occasione verranno fuori i tanti buchi di un’amministrazione che continua a fare acqua da tutte le parti”.