Dopo essere stata tirata in ballo decine di volte in campagna elettorale, la sala emodinamica torna a circolare nella discussione politica. Certo, un brevissimo cenno nel discorso d’insediamento di Marco Marsilio nel primo consiglio regionale tenutosi ieri, ma è pur qualcosa considerata la sete di sanità e servizi che si avverte da queste parti.
L’OBIETTIVO DEL PRESIDENTE – Nel suo intervento programmatico il neopresidente Marsilio ha elencato le priorità del proprio mandato e tra queste non poteva non citare i servizi sanitari.
“Occorre elaborare un modello di servizio sanitario – ha detto – che tenga conto delle peculiarità morfologiche e orografiche di questo territorio: da un lato vanno dunque concentrati gli investimenti su strutture grandi e polifunzionali, dall’altro va assicurata una rete più diffusa e capillare di pronto soccorso, di medicina del territorio e di assistenza domiciliare che contribuisca a contenere la necessità dei ricoveri e consideri le difficoltà di spostamento nelle zone più distanti dai grandi presidi sanitari. Da scongiurare, per citare un esempio significativo, la chiusura del punto nascita presso l’ospedale civile di Sulmona o, nel caso di zone costiere, porsi l’obiettivo di portare l’emodinamica a Vasto“.
[ant_dx]Per ora, come detto, si tratta di un veloce passaggio senza ulteriori spiegazioni su eventuali tempistiche e modalità. L’ostacolo più grande, come ripetuto più volte, sta nel bacino d’utenza imposto dal ministero che lascia aperte due strade: accordo di confine con il Molise per un servizio h12 con l’ospedale di Termoli o un’utopistica e irrealizzabile scelta politica per spostarla nel Sud dell’Abruzzo da Chieti che potrebbe usufruire della prossimità con Pescara (senza contare le altre sale attrezzate nelle strutture private).
LA PATATA BOLLENTE – La spinosa questione passa di mano: da Silvio Paolucci alla pescarese Nicoletta Verì che ha la delega alla Salute (oltre a Famiglia e pari opportunità). Il predecessore del Pd ora in opposizione a più riprese assicurò la realizzazione della sala emodinamica entro la fine del suo mandato, attirando feroci critiche sul proprio operato; adesso, probabilmente, starà alla finestra a guardare come si districherà il suo successore.
La Verì avrà come possibili referenti sul territorio i consiglieri Sabrina Bocchino e Manuele Marcovecchio, entrambi moltro critici sulla precedente gestione del settore sanitario, con quest’ultimo che ha preso parte più volte agli eventi organizzati dal comitato in difesa dell’ospedale.
Dall’accusa, da qualche settimana, sono entrambi passati dall’altra parte. La speranza è che non cominci l’era delle recriminazioni nei confronti di quelli di prima. Sarebbe l’ennesima beffa per il confine dell’impero che attende servizi adeguati e tempi certi.