Il Comune di Vasto come ha speso i soldi della tassa di soggiorno del 2018? Lo chiede Alessandra Cappa, consigliera comunale della Lega, in un’interrogazione rivolta al sindaco di Vasto, Francesco Menna.
“La cosiddetta tassa di soggiorno – si legge nel documento presentato dalla rappresentante del Carroccio – che la cosiddetta tassa di soggiorno è una imposta di scopo che, riscossa dal Comune tramite gli operatori turistici, deve essere destinata per incrementare e finanziare lo specifico settore; con delibera di fine febbraio l’importo della tassa è stato aumentato di circa il 30%, senza che di cià siano stati avvertiti gli operatori turistici; tale decisione, calata dall’altro improvvisamente (e improvvidamente), ha creato grave sconcerto e imbarazzo a tutti gli operatori del settore, in ragione del fatto che la gran parte delle prenotazioni per la prossima stagione estiva è già stata effettuata, per cui ai turisti che hanno scelto la nostra città per le vacanze è stato comunicato un importo inferiore rispetto a quello che si troveranno a dover pagare; tale situazione – sostiene Cappa – evidenzia, una volta di più, il metodo con il quale il Comune pretende di gestire il delicato e fondamentale settore del turismo nella nostra città: quello di prendere decisioni senza coinvolgere gli operatori del settore stesso”.
La consigliera leghista interroga “il sindaco per sapere: come sono stati gestiti e a cosa sono stati destinati gli introiti della tassa di soggiorno dell’anno 2018; se l’amministrazione comunale intende aprire un tavolo di concertazione, come accade ad esempio con gli ambientalisti, per decidere come utilizzare gli introiti, peraltro maggiori, che deriveranno dalla tassa di soggiorno dell’anno 2019″.
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