Verrebbe da dire: il derby nel Pd del Vastese lo hanno vinto Lapenna e compagni. Di fatto, loro esultano: l’ex sindaco di Vasto pubblica la foto che ritrae una sua stretta di mano con Nicola Zingaretti, che ha stravinto le primarie ed è il nuovo leader del Partito democratico, e scrive sul suo profilo Facebook: “Auguri segretario”.
DERBY INTERNO – A Vasto, di fatto, le due componenti del partito si sono contate sui due contendenti principali. Gran parte dell’amministrazione Menna, sindaco compreso, ha fatto campagna elettorale per Maurizio Martina, pur senza fare proclami ufficiali, così come il grosso del partito nella vicina San Salvo che, con Casalbordino, è l’unico comune del Vastese in cui ha prevalso l’ex ministro dell’Agricoltura del Governo Renzi e segretario nazionale uscente del Pd. Ma raccontare il voto come una semplice sfida tra correnti sarebbe riduttivo.
Le tornate elettorali (e anche le primarie) degli ultimi anni dimostrano che la maggior parte dei simpatizzanti dem (e, più in generale, degli elettori) vota senza ascoltare le richieste di questo o quel dirigente di partito.
A spoglio inoltrato, quando ormai il trend era incontrovertibile, non è passato inosservato un raggiante Marco Marra. Alla vigilia del voto, il consigliere comunale di sinistra, che da mesi ha rotto i ponti con Articolo Uno-Mdp, aveva fatto il suo endorsement tramite un messaggio Whatsapp inviato ai suoi contatti, invitando apertamente gli elettori ad andare al PalaBcc e a scegliere Zingaretti.
IL RITORNO DI GIANGIACOMO: “ORA FASE NUOVA” – Il telefono di Fabio Giangiacomo già da ieri sera era stato tempestato di messaggi di congratulazioni, ma l’ex presidente del Consorzio industriale ha voluto attendere il momento della certezza di aver conquistato un seggio nell’assemblea nazionale del partito. Fino alle 10 di stamani, ripeteva: “Non ho voluto pubblicizzare la mia candidatura, perché sono il terzo della lista, quindi non in posizione utile. Ora pare che, dei cinque eletti della provincia di Chieti, tre siano della lista di Zingaretti. Meglio aspettare”.
Nel giro di una cinquantina di minuti, l’elezione diventa certa e allora l’avvocato lancia il sasso nello stagno piatto del dopo primarie a Vasto: “Ringrazio chi ha votato e, in particolare, chi ha votato Zingaretti. Anche nel Vastese, nel Partito democratico inizia una fase nuova, caratterizzata da un maggiore raccordo con le parti sociali, le cui istanze voglio rappresentare nell’assemblea nazionale. Una lettura del voto a Vasto? Gli elettori del Pd hanno dato un segnale all’amministrazione comunale: chiedono un cambio di fase. La fase della filiera è finita. È il momento di aprire una stagione nuova, contraddistinta da un maggiore protagonismo di Vasto“, è la frecciata che l’ex capogruppo consiliare dem lancia a Menna e alla sua Giunta. Come dire: l’asse Regione-Comune, il treno a tre vagoni D’Alfonso-Paolucci-Menna, non traina più il Pd vastese, secondo gli zingarettiani locali.
Certo è che quella catena si è spezzata il 10 febbraio, perché le regionali le ha vinte il centrodestra a trazione leghista.
EQUILIBRI PRECARI – È ancora presto per dire se queste primarie nazionali avranno strascichi locali. Gli zingarettiani hanno in Consiglio comunale una rappresentanza che può condizionare le scelte dell’amministrazione Menna. Quattro consiglieri di sicuro: Luciano Lapenna, Marco Marra, Vincenzo Sputore e Simone Lembo.
Lembo: “Ho votato Zingaretti, ma è evidente come gli elettori abbiano superato da soli le fazioni interne al partito e la logica delle correnti. Ora dobbiamo ripartire. Questo risultato deve essere uno stimolo anche per il lavoro dell’amministrazione comunale: bisogna stare più a contatto con le problematiche locali e ascoltare la gente. Finisce la filiera con la Regione? La mia filiera è col popolo, ma è necessario il dialogo con le istituzioni”.
Sputore getta acqua sul fuoco: “Ho votato Zingaretti perché ha dato prova di essere un ottimo amministratore, apprezzo molto il suo modo di operare. Ripercussioni sull’amministrazione? Sarebbe un controsenso, visto che Zingaretti punta ad unire”.
SORPRESA – Il terzo candidato alla leadership nazionale, Roberto Giachetti, ha raggranellato a Vasto 114 voti, poco meno del 10%. Dato da non trascurare, se si pensa che con il deputato dem non era schierato nessun amministratore comunale o dirigente politico.
Morale della vicenda: usare il voto per pesare quanto valgono le correnti interne ormai interessa solo ai burocrati di partito, non agli elettori.