“Una proroga senza progetto rende sempre più lunga la nostra agonia“. È Vittorio Melone, presidente dell’ordine degli avvocati di Vasto, a fare l’amara sintesi della situazione che sta vivendo il tribunale di Vasto, la cui esistenza in vita è stata prorogata al settembre 2021 ma dove, stando agli ultimi provvedimenti, non è previsto l’arrivo di nuovo personale amministrativo. “È un problema che rischia di bloccare l’attività – sottolinea Melone – quando l’efficienza dovrebbe essere garantita dallo Stato”. A gennaio è saltato l’incontro al Ministero con i presidenti degli ordini dei tribunali minori abruzzesi [LEGGI], “senza preavviso e senza che fosse fissata una nuova data – ricorda Melone -. Noi continuiamo ad insistere sulla necessità di mantenere aperto il tribunale di Vasto e siamo disposti ad ogni forma di collaborazione perchè ciò accada”.
Ma, con l’organico del tribunale e della procura al 50%, il rischio paralisi, con tutto ciò che ne comporta, è dietro l’angolo. “Per questo abbiamo deciso di indire una giornata di astensione dalle udienze a cui inviteremo anche i sindaci, i consiglieri regionali e i parlamentari del territorio. Speriamo siano tutti presenti”. [GUARDA IL VIDEO] Il presidente dell’ordine forense ricorda evidenzia come “persone della stessa area del ministro della Giustizia si esprimano in maniera differente. È stato lo stesso vicepremier Di Maio, qui a Vasto, a dire che i tribunali non chiuderanno”.
[ads_dx]I numeri della crisi. “Quando sono venuto qui a Vasto mi sembrava il Paradiso, rispetto a Bologna, da cui provenivo – dice Bruno Giangiacomo, presidente del tribunale -, perchè c’era un organico con dei numeri che permettevano di lavorare. In questi quattro anni siamo arrivati ad avere una scopertura di 13 unità su 31“. In pratica manca all’appello il 42% del personale necessario per l’attività lavorativa. “Mi sento però confortato quando parlo con il Procuratore perchè da lui l’organico è carente del 50% dei dipendenti necessari”.
L’intervista a Bruno Giangiacomo [GUARDA]
Di 11 assistenti giudiziari ne mancano 8, c’è un solo cancelliere su 3 necessari, un operatore giudiziario su 3, 3 funzionari su 4 e un autista su 2. “E, nel corso dell’anno, andranno in pensione in tre, aggravando la situazione”. Solo grazie alle applicazioni – trasferimenti temporanei -si riesce parzialmente a sopperire alle necessità. “In queste condizioni – sottolinea il presidente – anche eventi normali come la maternità, la malattia, o la semplice concessione di ferie, diventano situazioni che creano problemi”.
Il problema nasce dall’assenza di pianta organica del personale amministrativo da quanto c’è stato l’accorpamento. Così tutti i nuovi innesti, vengono dirottati su Chieti. “Per scongiurare che la situazione diventi drammatica bisognerebbe ripristinare la pianta organica. Il paradosso è che ci sono i magistrati – perchè la pianta organica è presente – e c’è una buona possibilità di lavoro ma, senza personale, non si va avanti. In un quadro di questo tipo – aggiunge Giangiacomo -, tanti aspetti vengono lasciati indietro. Siamo nel pessimismo totale”, conclude amaramente.
La voce dei dipendenti. “Finalmente si parla del personale amministrativo“, esordisce nel suo intervento Willy Calvarese, responsabile della segreteria del tribunale. “Lavoriamo in una condizione di estrema difficoltà e stiamo arrivando ad un rapporto uno a uno con i magistrati. Ogni giorno ci interfacciamo con i cittadini, con le forze dell’ordine, con i diversi enti che chiedono risposte in tempi rapidi. Nel nostro lavoro le qualifiche sono saltate completamente perchè c’è tanto lavoro ma non chi lo svolge. Noi lavriamo con grande spirito di collaborazione per mandare avanti il tribunale“.