“Non vi sono ragioni di preoccupazione sul progetto gasdotto, né dal punto di vista naturalistico, né paesaggistico”. È la presa di posizione di Paolo Leonzio, presidente dell’associazione Eco Shoools Ambiente e Cultura, che va controcorrente: quello di Vasto è il primo sodalizio ambientalista che dice “sì” al metanodotto Larino-Chieti.
Secondo la Società Gasdotti Italia, che l’ha progettata, la grande tubatura, lunga 111 chilometri, servirà “a migliorare da subito il servizio di distribuzione del gas in particolare nella zona adriatica”.
Secondo Leonzio, il metanodotto non sarà pericoloso, “tanto meno dal punto di vista della sicurezza in quanto i gasdotti, già presenti in Italia e in Abruzzo da oltre 50 anni mai hanno causato problemi alla pubblica sicurezza pur in presenza di eventi sismici. Oggi, con le nuove tecnologie, tali rischi sono quasi azzerati. Dal punto di vista ambientale alcun danno può causare la costruzione di gasdotto perché dopo i lavori il tutto viene riportato allo stato nel quale si trovava in precedenza il territorio senza lasciare alcuna traccia. Tale infrastruttura non ha alcun impatto sulla salute dei cittadini, vista la grande compatibilità con l’ambiente in cui si inserisce, visto anche il previsto monitoraggio costante e trasparente delle emissioni, i cui dati saranno resi pubblici”.
[mic_dx] “Il terminale di ricezione – sostiene il presidente dell’associazione- non produce emissioni durante il suo normale funzionamento. Le emissioni del PRT sono occasionali i corrispondono alle emissioni di 96 caldaie domestiche. I prodotti della combustione del gas naturale sono anidride carbonica e vapor d’acqua (emissioni climalteranti ma senza effetti sulla salute). Per quanto riguarda le emissioni in termini di ossidi di azoto e monossido di carbonio esse saranno presenti nei limiti previsti dalla vigente normativa italiana. Non c’è nessuna restrizione sull’utilizzo agricolo dei terreni. Il gasdotto sarà interrato e non avrà alcuna interferenza con le colture. Il proprietario potrà fare del suo terreno l’uso che ritiene più opportuno. In ultimo – conclude Leonzio – bisogna sottolineare i benefici economici che tale infrastruttura porterà alla collettività sia in termini di lavoro sia in termini di risparmio sulla bolletta”.