A meno di 24 ore dalla chiusura dei seggi, sono tanti i commenti post voto e sono soprattutto tante le polemiche tra chi in città si divide tra il condannare un voto “populista” e chi parla di una forte “sveglia” data ai partiti tradizionali che ormai sembrano generare sempre meno appeal tra gli elettori.
Quel che è certo è che, ancora una volta, Lanciano ha perso l’occasione di portare a L’Aquila un proprio candidato unico, forte e voluto coralmente. Certo, c’è Nico Campitelli, di Castelfrentano, che con i suoi oltre 8mila voti [LEGGI QUI] ha acquisito di diritto un posto nell’Emiciclo regionale, ed in opposizione tra i banchi dei 5 stelle ci sarà il tregliese Francesco Taglieri, ma si sa, il lancianese preferisce sempre chi viene da “dentro le mura”.
E allora perché anche questa volta è stato così difficile mettersi d’accordo su un nome su cui far convogliare i voti dei più senza disperdere le preferenze frentane?
Il centrosinistra, al governo della città, ha buttato nella mischia elettorale ben tre assessori in carica – Giacinto Verna, Dora Bendotti e Davide Caporale – che complessivamente hanno portato a casa poco meno dei voti presi dal solo Campitelli. Tre liste diverse, tre campagne elettorali diverse, ma stessa maggioranza con un Pd lancianese reo di aver distribuito voti anche “al di là del fiume” penalizzando forse lo stesso Caporale [LEGGI QUI]. Voti che invece ha dimostrato di avere Alessandro Lanci, candidato nella lista Legnini Presidente e che, con 897 voti, ha battuto i tre amministratori in carica ormai da 8 anni, alla sua prima vera esperienza elettorale. Non è di certo un dato su cui non riflettere e su cui, senz’altro l’amministrazione Pupillo dovrà fare una seria analisi. E lo stesso Pupillo chi avrà appoggiato tra gli assessori candidati?
Il centrodestra frentano non è stato però da meno. L’unico, vero candidato lancianese tra le liste a sostegno del neo governatore Marsilio era Antonello Di Campli Finore (Dc-Udc-Idea), i cui 266 voti spalmati su tutta la circoscrizione, però, mostrano chiaro un dato: non c’è stato alcun appoggio dal centrodestra cittadino. Con chi si è schierata allora la minoranza in Comune, più o meno ufficialmente? I dati emersi dalle urne farebbero pensare ad un massiccio aiuto a Campitelli visti gli oltre 2mila voti presi in città. Oppure, date le numerose preferenze a candidati non di Lanciano, sarebbe lecito pensare ad una dispersione di voti a destra e a manca quasi a non voler scontentare nessuno. Risultato? Il centrodestra “tradizionale” esce sconfitto e la Lega ha davanti a sé un’autostrada pressoché libera verso le prossime comunali del 2021.
Insomma, anche questa volta nessun lancianese è riuscito ad approdare a L’Aquila. Non ci resta che sperare che i nostri vicini di casa eletti non abbiano la stessa puzza sotto il naso che i lancianesi riservano spesso ai “forestieri” e, una volta seduti in consiglio, ricordino i tanti problemi che attanagliano la nostra città e ci aiutino, almeno un po’, a venirne fuori.