“Come abbiamo fatto per reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza e quota 100, anche sulle trivelle stiamo passando dalle promesse ai fatti”. Gianluca Castaldi rivendica lo stop alle perforazioni petrolifere.
“Con l’emendamento al decreto Semplificazioni abbiamo sospeso per 18 mesi ben 38 permessi di ricerca vigenti e 85 istanze pendenti di autorizzazione. Abbiamo inoltre aumentato di 25 volte i canoni che i petrolieri ci devono, con un guadagno per lo Stato di 16 milioni per il 2019 e di 28 milioni per ogni anno successivo”, sottolinea il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissio e Industria, Commercio e Turismo del Senato.
“Il tempo dei favori alle lobby del petrolio è finito. Il governo del cambiamento sta lanciando un segnale chiaro ed inequivocabile: le fonti fossili sono il passato, l’impegno dell’Italia dev’essere rivolto al futuro, cioè alle energie rinnovabili. Le trivellazioni non hanno portato ricchezza al nostro Paese, lo sa benissimo ad esempio chi vive in Sicilia o Basilicata, ci hanno guadagnato solo poche multinazionali: per i cittadini ci sono stati invece danni al turismo e rischi gravissimi per l’ambiente, in particolar modo se pensiamo al disastro che potrebbe avvenire in un mare chiuso come l’Adriatico”.
Sulla questione occupazionale legata all’estrazione degli idrocarburi, Castaldi replica: “A chi dice che le trivelle portano lavoro in Italia, rispondiamo che investire nelle fonti di energia rinnovabili rende dieci volte di più dal punto di vista occupazionale. A chi dice che l’Italia ha bisogno di questo petrolio per il suo fabbisogno, rispondiamo che il 93% del petrolio estratto qui da noi viene venduto all’estero.
I petrolieri, enormemente favoriti dai governi precedenti, ci hanno invaso come si fa con una terra di conquista, pagando tasse fra le più basse del mondo. Ora basta. L’Italia non è più disposta – conclude Castaldi – ad essere trattata come una colonia dalle multinazionali del petrolio”.