La futura Zona economica speciale può mettere a rischio la Riserva naturale di Punta Aderci o, quanto meno, la fascia di protezione esterna: la zona cuscinetto tra l’area protetta e il nucleo industriale di Punta Penna. L’allarme viene lanciato pubblicamente a Vasto dalle associazioni Porta Nuova, Italia Nostra del Vastese e Vasto libera in una partecipata conferenza stampa
La Zes della costa abruzzese includerà anche Vasto e il suo porto, consentendo, una volta istituita dal Governo nazionale, di attrarre investimenti e, quindi, nuove imprese grazie alla riduzione delle tasse: questo l’obiettivo di Regione e amministrazioni locali coinvolte. Ma gli ambientalisti temono che la Zona economica possa essere usata come grimaldello per scardinare la fascia di protezione e accerchiare la Riserva, pregiudicandone la funzione di tutela ambientale.
Forti le perplessità espresse dal presidente dell’associazione civica Porta Nuova, Michele Celenza: “Prendiamo atto delle rassicurazioni sulla zona di protezione esterna, ma la questione decisiva è ancora da trattare nel decreto ministeriale. La Regione vuole consentire impanti di recupero energetico. Chiederemo ai candidati locali alla carica di consigliere regionale che ci dicano cosa intendano fare e come intendano muoversi. Il tavolo tecnico annunciato dal Comune è ancora da convocare. Non sappiamo cos’è la Zes e perché non c’è un indirizzo preciso della Giunta comunale sulla revisione del Piano d’assetto naturalistico della Riserva. Molte Regioni si stanno muovendo in merito alle Zes senza conoscere i contenuti del decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Inizialmente, il Comune di Vasto aveva chiesto per sé molti ettari in più. Poi il sindaco ha dichiarato che parte di quegli ettari è stata trasferita ai comuni dell’entroterra, quindi il problema si riproporrà per questi ultimi. Questa vicenda segna il sostanziale fallimento del Parco della Costa Teatina, di cui non si parla più. Come si fa a pensare che le due cose possano stare insieme? In concreto, chiediamo al Comune una nota di indirizzo che contenga la conferma dell’attuale perimetrazione e i vincoli sull’area di protezione esterna, poiché con la Zes si rischia di essere spazzati via da uno strumento così grande”.
Carlo Centorami, presidente di Vasto libera: “Al termine dei sei anni, si possono apportare delle modifiche al decreto istitutivo. Quali modifiche? È questa incertezza che ci lascia perplessi. La formulazione della norma lascia spazio a qualsiasi tipo di modifica. La variante al Piano d’assetto naturalistico è stata approvata nel 2018 tramite una delibera di Giunta. È stato convocato un tavolo tecnico, vedremo quando se ne potrà parlare con l’Arap e il Comune”.
Stefano Taglioli del Wwf: “L’area di protezione esterna ha salvato la Riserva. Ora, se la Zes coincide con l’area di protezione esterna, che interconnessione c’è tra il comitato di gestione della Riserva e gli organismi istitutivi della Zes?”.
Lino Salvatorelli, presidente locale dell’Arci: “Non si è tenuto conto dell’effetto cumulo ai danni dell’ambiente. È difficile pensare che una deroga possa derogare al diritto alla salute. Se si aderisce a un sistema di incentivi allo sviluppo industriale, vuol dire che quell’area viene concepita come area di sviluppo industriale. In una situazione del genere, più che ammorbidire i confltti, si rischia di rilanciarli. Ci saranno contenziosi legali”.
IL DOCUMENTO – Le associazioni Porta Nuova, Italia Nostra del Vastese e Vasto libera hanno diffuso un documento congiunto in cui esprimono la loro posizione: “La prima notizia, per chi ancora non ne fosse ancora a conoscenza, è che la mappa della proposta di perimetrazione della Zona Economica Speciale (ZES) in territorio vastese redatta e pubblicata dalla Regione Abruzzo sul suo sito , e successivamente da noi ripresa, benché rechi l’intestazione ‘Proposte Zes Comune di Vasto’, non è la mappa della proposta ZES del Comune di Vasto. La vera mappa, pubblicata ma non pubblicizzata dal Comune, è quella che si trova in allegato: è la mappa dell’attuale zona industriale, parzialmente rivista, a cui l’area ZES semplicemente si sovrappone. Così la Delibera di Giunta comunale n. 333 del 29.11.18.
Il perimetro della ZES è dunque quello delimitato in rosso. Di nuovo c’è che dall’attuale perimetro della zona industriale viene stralciato il rettangolo verde, che passa alla Riserva, mentre viene aggiunta un’integrazione (l’area in rosso) in direzione di Pagliarelli. Lasciamo (per ora) agli abitanti di Pagliarelli ogni eventuale commento.
Com’è noto, al perimetro della zona industriale si sovrappone parzialmente quello della Riserva regionale di Punta d’Erce. È una situazione paradossale, che si trascina ormai da anni, a cui il ceto politico locale non ha saputo sino ad ora dare una soluzione. Il che, com’è ovvio, ha negli anni provocato una quantità di controversie che hanno coinvolto talvolta l’intera cittadinanza. Il nodo del contendere è stato in particolare la zona che nella mappa è evidenziata in giallo: zona che il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva denomina come R2, “area industriale ricadente nell’area di protezione”.
La seconda notizia è che, in contemporanea con la procedura di istituzione della ZES, è in fase di revisione –oltre al PRT , com’è noto- anche il PAN della Riserva. Dietro nostra richiesta il Comune di Vasto, per tramite dell’Assessore alle Politiche Ambientali e del Territorio Paola Cianci, ci ha assicurato che non è sua intenzione modificare l’attuale perimetrazione dell’area di protezione. Questo è molto importante, e volentieri ne diamo atto all’Amministrazione comunale.
Tuttavia, mentre sulla revisione del PRT vi sono ben due Delibere di Giunta comunale che in qualche modo fissano sulla carta l’indirizzo dell’Amministrazione, non abbiamo però notizia di eventuali atti di indirizzo elaborati dal Comune in merito alla revisione del PAN, né sulla perimetrazione né sul suo assetto complessivo.
Chiediamo dunque che il Comune renda di pubblica evidenza le sue intenzioni. Basterebbe esplicitare, traducendole nella normativa del PAN, le indicazioni piuttosto generiche contenute nelle due Delibere suddette. Il vincolo, anch’esso molto vago, previsto dall’attuale Piano di Assetto Naturalistico crediamo vada adeguato di conseguenza.
L’art. 5 del Decreto-Legge istitutivo delle ZES prevede per esse l’adozione di “procedure semplificate […] e regimi procedimentali speciali sulla base di criteri derogatori”, da individuare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Questo decreto non è stato ancora emanato. Dunque non sapiamo ancora che cosa di preciso significhi l’istituzione della ZES nel nostro territorio. La partita è appena cominciata”.