“Sulle trivelle il MoVimento non può e non vuole arretrare, è un tema per noi fondamentale: abbiamo puntato i piedi e siamo arrivati ad un risultato positivo e coerente con le nostre battaglie storiche contro le trivelle, che oggi posso rivendicare con orgoglio. Archiviamo così le accuse incredibili dei giorni scorsi, per qualcuno eravamo improvvisamente diventati ‘Sì Triv’. Ribadisco con piacere quanto già espresso dal ministro Costa: siamo e resteremo sempre contro le trivelle”. Gianluca Castaldi, senatore del Movimento 5 Stelle, commenta l’accordo raggiunto dalla maggioranza giallo-verde sull’emendamento che lui stesso ha presentato al Decreto Semplificazioni e che, ieri pomeriggio, ha ottenuto il via libera nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici.
“L’emendamento – spiega Castaldi – ha come obiettivo un quadro territoriale di riferimento, definito e pienamente condiviso (Stato-Conferenza unificata), rispetto al quale pianificare lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, un piano ispirato a valorizzare fortemente la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e con il fine di accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale verso la decarbonizzazione.
L’adozione del Piano consentirà inoltre agli operatori una maggior semplificazione circa l’individuazione delle aree idonee presso cui effettuare le attività di prospezione, ricerca e coltivazione. Per raggiungere la finalità ci diamo 18 mesi, un tempo congruo che viene accompagnato con la introduzione di una speciale ‘moratoria’ sino all’approvazione del Piano stesso, che si sostanzia con la sospensione di procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi, nonché con la messa in regime di sospensione temporale dei permessi di prospezione e di ricerca in essere (tra cui quelli di ricerca rilasciati nel Mar Ionio).
C’è – sottolinea Castaldi – un aumento fino a 25 volte dei canoni annuali per le concessioni di idrocarburi a partire dal 1° giugno 2019, e di quelli dei permessi di prospezione e ricerca a partire dal termine della moratoria. Il solo gettito dei canoni passerebbe, a situazione dei permessi attuali, da 1.338.358 euro a circa 33 milioni.
[mic_dx] L’emendamento si limita a sospendere tali titoli minerari, che potrebbero tornare operativi o conferibili dopo una riconosciuta compatibilità col Piano delle aree: in tal caso non verrebbero richiesti indennizzi, se non per gli oneri finanziari derivanti dal ritardo causato. Non abbiamo quindi nulla da temere dalle eventuali pretese di risarcimento da parte degli operatori colpiti dalla moratoria, soprattutto perché l’aumento dei canoni previsto dal comma 8 comporterà maggiori entrate per l’erario.
Senza il mio emendamento – afferma Castaldi – il MISE avrebbe dovuto rilasciare 36 titoli, di cui 5 nei prossimi 6 mesi e 31 il prossimo anno. Va aggiunto che le attività upstream non rivestiranno carattere di pubblica utilità. È uno stop senza appelli per i tifosi delle trivelle”.