“È finita come peggio non poteva, per l’amministrazione Menna, il ricorso del maestro Ungureanu contro la sua esclusione dal concorso per la nomina del direttore artistico del Teatro Rossetti. Non ha ascoltato, l’amministrazione Menna e, subendo l’eredità politica dell’amministrazione Lapenna, ha patito una batosta che mette in seria discussione il suo modo di procedere e di operare”.
Così il consigliere comunale Davide D’Alessandro commenta l’ordinanza con cui il Tar di Pescara ha concesso la sospensiva al maestro Ungureanu, escluso dal concorso, e stabilito che il Comune di Vasto debba rifare il concorso per la nomina del direttore artistico del nuovo Polo culturale Città del Vasto. [LEGGI]
D’Alessandro ricorda di “aver pregato l’amministrazione, poiché pendeva un ricorso, di non sottoscrivere alcun contratto al presunto vincitore in attesa di giudizio. Ma l’amministrazione ha tirato dritto, non ha voluto sentire ragione, ha avuto fretta, troppa fretta di incoronare il presunto vincitore. Anzi, prima sono usciti i manifesti con il nome del presunto vincitore come direttore artistico, prima è stato costruito un cartellone stagionale con l’opera del presunto vincitore, poi gli è stato fatto il contratto. Non si fa. Non si può fare. Chiedo all’attuale amministrazione di mettere una pietra tombale su una condotta politica che non le fa onore, di segnare una netta e definitiva discontinuità con il modo di amministrare di chi l’ha preceduta e di voltare pagina una volta per tutte. A Vasto c’è chi vuole ricoprire ruoli a vita. Neppure il sindaco, che è il sindaco, può andare oltre i dieci anni. Ai maestri Ungureanu e Quadrini, nonché al maestro Eerola, battuto al concorso alcuni anni fa, va tutta la mia solidarietà e l’invito a non mollare. Il curriculum è pubblico. Non ci sarebbe neppure bisogno di una commissione per riconoscere il loro altissimo valore artistico. Anche se Vasto è Vasto e Todo modo l’ha scritto uno straordinario scrittore siciliano e non un vastese. Purtroppo.
Quanto al ricorso al Consiglio di Stato – conclude D’Alessandro – faccio sommessamente notare che cinque anni fa, quando a vincere il ricorso al Tar fu il direttore Bellafronte, l’amministrazione Lapenna non fece alcun ricorso al Consiglio di Stato. Farlo oggi, contro la vittoria di Ungureanu, mi sembrerebbe un tantino bizzarro, per usare un eufemismo”.
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