Quella di Abdu Bouati è una storia che dimostra come, con tanta passione e la giusta intraprendenza, i sogni più belli possano divenire realtà. Una decina di anni fa ha lasciato il Marocco, dove è nato e cresciuto, per raggiungere la madre che era già in Italia, a Vasto. Aveva 16 anni e il suo percorso formativo lo portò ad iscriversi al centro di formazione professionale dei Salesiani, dove ha conseguito la qualifica come elettricista. Nel suo destino e nei suoi sogni c’erano dei fili, ma non erano quelli degli impianti che aveva imparato a realizzare. Erano quelli delle stoffe con cui confezionare abiti da sogno. “Giocando a calcio – racconta Abdu – sono riuscito a mettere da parte un po’ di soldi che ho investito per studiare moda. Sono stato a Firenze e Milano, in qualche occasione a Roma. Mi sono dato da fare e ho avuto la possibilità di fare anche uno stage alla Rinascente”.
Creare e realizzare abiti è sempre stato il suo sogno e, con lo studio e tanta applicazione, sono arrivati i primi modelli. Da qui alla volontà di aprire un proprio atelier il passo è stato breve e sostenuto da un incontro professionale. “Ero iscritto a Garanzia Giovani e ho conosciuto Nicola Melchiorre che, attraverso il centro per l’impiego, doveva fare da tutor a chi apriva una nuova attività. Il direttore del centro ha voluto che ci conoscessimo e c’è stata subito sintonia. Alla fine abbiamo deciso di intraprendere questa strada in autonomia, realizzando business plan e piano di fattibilità e siamo quindi partiti”. Il nome scelto per il brand, Marocco Style, potrebbe essere fuorviante circa lo stile proposto.
[ads_dx]“Il mio stile è assolutamente quello italiano – racconta Abdu – anche se uno sguardo al Marocco, magari con qualche dettaglio o tessuto non manca. Ho scelto un nome che richiamasse le mie origini per riportare qui il modo di coccolare la clientela che abbiamo in Marocco”. Ma è stata una scelta per suscitare attenzione e per trasmettere un messaggio. “Ho sempre sentito tante critiche verso gli stranieri. Io voglio far vedere che c’è una parte buona di persone straniere che vivono e lavorano in Italia”. Per la sede dell’atelier la buona sorte ha giocato la sua parte. “Avevamo preso accordi per un altro locale con cui però ci sono stati dei problemi. È capitata l’opportunità di entrare nella galleria De Parma, luogo che avevo sempre desiderato, ed eccoci qui”.
Dalla matita di Abdu nascono i disegni che poi, con un accurato lavoro, diventano abiti che stanno riscontrando un’attenzione sempre più crescente. “La nuova collezione è piaciuta tanto all’estero. Abbiamo inviato abiti per le sfilate in Marocco e a Dubai, c’è un canale aperto con il Canada”. Il talento del 26enne, ormai vastese d’adozione, è confermato anche dal suo collega Nicola Melchiorre. “È molto creativo e studia sempre per seguire le tendenze. Ma ha anche la capacità di andare controcorrente riuscendo a percepire quello che poi diventerà una nuova linea da seguire”.
Abdu Bouati non ha certo voglia di fermarsi. “Collaboriamo già con l’Università europea di moda e design di Pescara ma io voglio continuare a formarmi e raggiungere la laurea. Questo lavoro è assolutamente affascinante e ogni giorno regala un’emozione diversa”.
Foto – Abdu Bouati
foto di Luana Bottega