Sono proseguiti ieri, nel carcere di Vasto, gli interrogatori dei coinvolti nell’operazione Evelin. Dopo la prima fase, in cui sono stati interrogati gli arrestati che si trovano nei penitenziari di Chieti e Lanciano [LEGGI], ieri è stato il gip Italo Radoccia, incaricato per rogatoria dal gip dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella, ad ascoltare gli arrestati che sono stati portati a Torre Sinello.
Secondo quanto riportato dall’ordinanza di custodia cautelare Clirim Tafili sarebbe al vertice della presunta organizzazione criminale assieme a Denis Bimi che, interrogato lunedì, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Tafili ha risposto alle domande del gip, spiegando le sue posizioni. “Il mio assistito – spiega l’avvocato Giovanni Di Santo – ha contestato in toto la ricostruzione sia dell’organizzazione in sé che della sua presunta figura apicale. Nell’ordinanza di custodia non gli viene attribuito nessun reato o attività riconducibile a una condotta illecita.
Viene coinvolto unicamente per una serie di telefonate a cui è stata data un’interpretazione forzata quando, in realtà, si tratta di telefonate intercorse perlopiù con parenti e amici. Tafili ha fatto rilevare che in nessuna di queste telefonate assume un tono, un atteggiamento o un modo di esprimersi che possano riferirsi ad un capo“.
[ads_dx]Interrogati anche i fratelli Elvis Cafi e Agim Cafi. “Entrambi – spiega l’avvocato Giovanni Di Santo – hanno risposto alle domande del giudice dicendosi estranei ai fatti addebitati“. Per i due “non vi è l’esistenza di un’organizzazione criminale internazionale”. Agim Cafi aveva già patteggiato e già scontato una condanna di 1 anno e 4 mesi per spaccio. “Era uscito dal carcere da 10 giorni ed affidato ai servizi sociali per i restanti 18 mesi da scontare. Per lui non c’è il requisito di attualità della condotta per disporne la misura cautelare. Ad Elvis Agim – per cui sono stati presentati certificati che evidenziano uno stato di salute incompatibile con la misura carceraria – vengono contestate condotte a lui non riferibili. Siamo fiduciosi – conclude il legale – che rivalutando le singole posizioni il gip possa revocare le misure di custodia o, come abbiamo chiesto in subordine, possa sceglierne una meno afflittiva“.
Anche Alessandro Ronzullo ha risposto alle domande del gip. “Ha sostenuto di non far parte dell’associazione a delinquere e di non conoscerne i presunti componenti“, ha spiegato l’avvocato Marisa Berarducci. “C’è stato processo per la precedente indagine che lo riguardata e per questo sta già scontando una pena”.