Uno staff numeroso formato da britannici, francesi, finlandesi, australiani, danesi e svedesi e cinque ragazzi italiani. Sono tra le componenti fondamentali del successo del Dandelyan, cocktail bar nel cuore di Londra, sulle sponde del Tamigi, che ha conquistato il primo posto nella classifca World’s 50 Best Bars 2018, stilata da oltre 500 esperti. Nei giorni scorsi i ragazzi italiani del Dandelyan sono stati i protagonisti di un interessante articolo su La Stampa [LEGGI].
Tra i cinque italiani c’è anche Fabiola Falasca, 24enne vastese, che sta affrontando questa sua esperienza professionale e di vita con convinzione e tanto entusiasmo.
Come ci si sente a lavorare nel bar “migliore del mondo”?
Bella domanda, ci si sente molto soddisfatti ed orgogliosi, sopratutto perché siamo partiti dall’essere un Hotel bar come molti altri qui a Londra, ed essere parte di un team che ha portato il Dandelyan a brillare è una gran bella soddisfazione.
Perchè hai scelto di trasferirti a Londra?
Sicuramente per fare un’esperienza diversa, ma principalmente per seguire una passione che avevo sin da bambina! Sono nata e cresciuta nel mondo dell’hospitality, grazie a mio papà che aveva un bar a Vasto Marina e, se buon sangue non mente, fin da piccolina mi ha sempre incuriosito capire cosa accadesse dall’altro lato del bancone. Ho iniziato a lavorare da quando ero adolescente, aiutando mio padre inizialmente, poi iniziando a fare le stagioni, fino a quando, terminata la scuola, ho deciso di lavorare in modo fisso al Mirò Wine and Spirits. Nel 2014 decisi di andare in vacanza a Londra per andare a trovare degli amici. Ricordo come se fosse ieri la prima volta che entrai in un cocktail bar: rimasi ammaliata dal modo in cui i bartender lavoravano e dal rapporto che riuscivano ad instaurare con i clienti. Quando tornai in Italia dopo le vacanze, rimasi con il pensiero fisso a come sarebbe stato vivere a Londra e un anno dopo feci le valigie e decisi di partire.
[ads_dx]Come sei arrivata a lavorare al Dandelyan?
La strada per arrivare al Dandy è stata lunga e abbastanza faticosa. Ovviamente non è mai facile trasferirsi in un posto con una cultura diversa, una lingua sconosciuta e con dei ritmi non proprio simili a quelli a cui ero abituata a vivere, ma mi viene da dire che la motivazione è la chiave nella vita, sono sempre stata una persona testarda e competitiva, quindi quando ho qualcosa in mente cerco sempre di portarla al termine nel miglior modo possibile. Ho semplicemente inseguito una passione cercando di esprimerla al meglio. Prima di arrivare al Dandelyan ho lavorato in 3 cocktail bar qui a Londra, The Blind Pig, 7 Tales e Rumpus Room (quest’ultimo è parte dello stesso hotel dove si trova il Dandelyan), e, devo essere sincera ognuno di questi posti mi ha fatto crescere tanto dandomi la possibilità di imparare una lingua, un mestiere, e di conoscere persone fantastiche che tutt’ora oggi sono parte della mia vita. Nel gennaio del 2017 Rumpus Room ha chiuso per rinnovo ed essendo parte di un hotel tutti i dipendenti sono stati ricollocati in altri dipartimenti dell’hotel, compresa me, che ebbi la fortuna di lavorare a Dandelyan per due mesi. Alla fine dei due mesi l’headbartender dell’epoca mi chiese se mi sarebbe piaciuto rimanere a lavorare con loro. Ed io, ovviamente, dissi di sì!
Com’è l’ambiente di lavoro?
L’ambiente di lavoro è difficile da spiegare, ti dico il perchè. Siamo un team di 30 persone, 30 esseri umani prima di 30 impiegati, e abbiamo un legame così forte che va oltre l’essere colleghi. È uno di quei posti che ti fa svegliare al mattino con la voglia di andare a lavoro e penso che a Londra, una città dove non ci si ferma mai e dove siamo tutti un po’ soli, sia fondamentale. Noi ci sosteniamo a vicenda e penso che questo sia il nostro più grande punto di forza. Se poi aggiungi il fatto che condividiamo tutti la stessa passione, il gioco è fatto!
E la vita a Londra com’è?
La vita a Londra non è semplice, ma dopo 3 anni che vivo qui ho trovato un equilibrio. E’ stata dura, ho cambiato casa 5 volte (compresa una volta in cui sono tornata in Italia), ma è una città che ha tantissimo da offrire e dove c’e’ molta meritocrazia. Se ti dai da fare ti è riconosciuto! Per quanto mi riguarda io sono arrivata qui con zero conoscenza della lingua e ora sono parte del management di un posto dove la lingua è fondamentale. È una città dove impari a conoscere te stesso e che apre tantissimo la mente essendo una delle città più multiculturali al mondo. Non ti nego che ci sono momenti nel quale vorresti mollare tutto, ma poi ti rendi conto di quello che stai per lasciare e fai un passo indietro.
Il locale chiuderà ad inizio 2019 seguendo la filosofia del suo creatore che porta i locali al successo e poi chiude. Tu cosa farai?
Quando mi hanno comunicato la chiusura del bar sono scoppiata in lacrime (questo fa capire quanto sono legata a questo posto). Quello che posso dirti è che, sì, Dandelyan non esisterà più, ma chiuderemo e riapriremo con un nome differente e un nuovo concept, noi non andiamo da nessuna parte!
Nel tuo futuro continui a vederti all’estero o pensi ad un ritorno in Italia?
Ci penso spesso al mio futuro, non credo di immaginare tutta la mia vita a Londra, ho sempre avuto la passione di viaggiare e mi piacerebbe fare un’esperienza in un altra parte del mondo. Non ti nego però che un giorno, non so quando, mi piacerebbe tornare in Italia,mi piacerebbe portare quello che noi facciamo qui, e vorrei tantissimo che gli italiani vedessero la figura dei bartender, di camerieri, o di chiunque lavori in questo mondo, in maniera positiva e non solo come “chi lavora al bar perchè non sapeva cosa altro fare nella vita”. Non è così, io HO SCELTO (e lo dce in maniera davvero convincente, nda) questo lavoro anche quando avevo l’opportunità di fare altro, e non lo cambierei con nessun altro!
Rifaresti questo tuo percorso?
Assolutamente sì, io non cambierei nessuno dei giorni che ho vissuto negli ultimi 3 anni, ogni momento è servito a farmi crescere e ad arrivare a quello che ora ho! Ad aprire la mente, a conoscere persone provenienti da ogni parte del mondo e a viaggiare tanto. Ad oggi so che ho ancora tanta da fare, sono ancora una ragazzina, ma sicuramente mi sento serena e curiosa di scoprire cosa il futuro mi riservi!