22,35 – Davide D’Alessandro, Alessandro d’Elisa, Guido Giangiacomo, Edmondo Laudazi e Vincenzo Suriani diramano un comunicato in cui commentano l’esito della seduta: “Oltre quattro ore per il mattatoio, altre due per comprendere che certi provvedimenti, prima di andare in Aula, devono passare per la Commissione di riferimento. Alla fine il sindaco, dopo tanti appelli della minoranza, ha chiesto il rinvio di tre punti all’ordine del giorno. Non la consideriamo una nostra vittoria, ma una vittoria per il buon funzionamento del Consiglio comunale. Quando il primo cittadino non è mal consigliato da chi lo ha preceduto, si può fare qualcosa di utile per la città. La maggioranza – sostengono i cinque consiglieri di centrodestra e Il nuovo Faro – è spaccata. La rumorosa assenza di Lapenna lo testimonia, insieme alle urla e alle intemperanze di Marra che hanno provocato la reazione di Del Piano e la sospensione del Consiglio”.
21,10 – Il presidente del Consiglio comunale, Mauro Del Piano, dichiara a Zonalocale: “Ho dovuto applicare l’articolo 64 , che mi consente di sospendere la seduta quando, come è successo stasera, non ci sono le condizioni per proseguire. L’ho fatto perché bisognava ritrovare la necessaria serenità. Non c’erano più i requisiti minimi per andare avanti: interventi fuori dai microfoni, senza chiedere la parola, interruzioni continue e anche cose paradossali. Era venuto a mancare il rispetto reciproco tra i consiglieri. L’ho detto il giorno in cui mi sono insediato: ogni consigliere è uguale all’altro. Da tutti esigo il rispetto dell’Aula e di chi ci segue da casa. Questa è la democrazia. Nel momento in cui dovessero ripetersi episodi analoghi, non esiterei a sospendere nuovamente i lavori. Ho rispetto per tutti, ma esigo lo stesso rispetto”.
20,16 – Seduta rinviata.
Al rientro in aula dopo circa mezz’ora, prende la parola il sindaco Menna che, riportando quanto emerso dalla riunione dei capigruppo, comunica il rinvio dei punti rimasti da discutere. Il consiglio approva e sarà nuovamente la conferenza capigruppo a decidere quando si tornerà in aula per discutere di “situazione polizia locale”, “la declassificazione a strada comunale di 300 metri della strada rovinciale numero 157” e “gestione degli impianti sportivi del Parco Muro delle Lame”.
19,35 – Seduta sospesa per intemperanze.
Durante la discussione, l’opposizione ha presentato per la seconda volta una questione pregiudiziale, chiedendo che il provvedimento sul Parco delle Lame passasse prima in commissione. Sono seguiti gli interventi del sindaco Menna e del consigliere Marco Marra, interrotti ripetutamente dalla minoranza. Tra Marra e alcuni consiglieri di centrodestra è nato così un botta e risposta a distanza a muso duro. A quel punto, il presidente Del Piano, con il viso rivolto verso l’opposizione, ha pronunciato una dura reprimenda, chiedendo il rispetto delle regole.
Al termine della durissima ramanzina di Del Piano, D’Elisa ha chiesto la parola da un posto non suo. Del Piano lo ha energicamente invitato a tornare al suo seggio. D’Alessandro si è avvicinato e ha spinto il microfono fuori dallo scranno che d’Elisa aveva momentaneamente occupato. Il microfono non è caduto a terra, ma è rimasto penzolante al cavo per una manciata di secondi, prima di essere rimesso a posto. Il gesto ha causato le proteste dei consiglieri di maggioranza. Per porre fine al caos, Del Piano ha sospeso la seduta. “Va precisato – commenta D’Alessandro – che la seduta è stata sospesa a seguito di un durissimo ed estenuante battibecco tra Marra e d’Elisa, che ha prodotto l’intervento risentito di Del Piano. Quanto al microfono, non è stato gettato ma è rimasto appeso. Potrei, però, al prossimo Consiglio lanciare la poltrona, poiché sono anni che dev’essere sistemata al pari dei microfoni. Quest’amministrazione spreca tanto denaro pubblico ma non garantisce il buon funzionamento per i lavori d’Aula. Poi non va trascurato che alle 21 in tanti volevano andare a vedere la Juve e tutte le scuse sono state buone per interrompere la seduta. Non prendiamoci in giro…”.
18,35 – Passa la chiusura del mattatoio comunale: 13 si, 4 no e 2 astenuti (Cappa e D’Alessandro). Respinta anche la pregiudiziale posta dalle minoranze, che chiedevano di “portare preliminarmente la delibera in Commissione Sviluppo economico per approfondire la questione e tornare in aula non prima di 90 giorni”, ha detto Alessandro d’Elisa. Per Guido Giangiacomo (Forza Italia), “é una delibera fatta coi piedi”.
Il sindaco Menna: “Dagli anni Novanta, la legge impone che i mattatoi debbano stare ad almeno un chilometro dal centro abitato. Siamo aperti al partenariato con i privati, ma non nella struttura di via Sant’Onofrio; io mi auguro a Punta Penna”.
17,50 – Edmondo Laudazi (Il nuovo Faro): “Sospendiamo l’attività del mattatoio per un anno, dislochiamo i dipendenti dove dobbiamo dislocarli, in modo da poter fare una gara esplorativa” per verificare se ci sono imprenditori interessati a gestirlo, “valorizzando la filiera del cinghiale. Tra un anno, se nessuno si sarà fatto avanti, procederemo alla vendita”.
Ore17,20 – Dina Carinci (M5S): “Il mattatoio è aperto di lunedì dalle 8 alle 10. I due dipendenti lavorano il lunedì, magari impiegheranno tutta la mattinata per pulire. Ma gli altri 4 giorni? Voglio sperare che i due dipendenti siano stati impiegati in altre mansioni compatibili con i loro profili professionali. Quindi il costo del personale non è di 59mila euro l’anno, ma di 12mila. Se malauguratamente così non è stato, ci sono responsabilità in capo a chi gestisce il personale del Comune”.
Alessandra Cappa (Lega) annuncia la sua astensione, ma conferma le critiche sulla decisione dell’amministrazione comunale.
Ore 15.45 – Respinte le pregiudiziali sollevate dal centrodestra, il dibattito inizia con la relazione del sindaco, Francesco Menna. “Il mattatoio necessita di manutenzione e notevoli investimenti, che lo rendono antieconomico. E’ dimonuito il nomero delle macellazioni e sono aumentati i costi. Si è abbassata l’introitazione derivante dagli incassi”. Per questo, l’amministrazione comunale vuole chiuderlo a fine anno, trasferendo al settore servizi i due addetti della struttura di località Sant’Onofrio. Questi i costi che il sindaco ha elencato in aula: “Tra i 90mila e i 100mila euro annui, così suddivisi: 59mila euro per il personale, 14mila per le utenze, circa 20mila per le manutenzioni ordinarie e straordinarie”, mentre “gli introiti vanno dai 15mila ai 17mila euro annui, con una perdita di circa 80mila euro l’anno”. In corso il dibattito con gli interventi dei consiglieri comunali.
LE QUESTIONI – Si ricomincia alle 14,30. Non sono bastate ieri undici ore di dibattito per discutere e votare su tutti i punti all’ordine del giorno [LEGGI]. Ne rimangono quattro: la cessazione dell’attività del mattatoio comunale, che l’amministrazione comunale vuole vendere; l’affidamento a privati della gestione dei campi sportivi del Parco delle Lame; la declassificazione a strada comunale di 300 metri della strada provinciale numero 157 (via San Lorenzo); la discussione sulla situazione della polizia locale. Sulla dismissione del mattatoio, nei giorni scorsi c’è stato un botta e risposta tra maggioeanza e minoranza.
Intanto, la seduta di ieri ha già lasciato strascichi polemici.
[mic_dx] ACCOGLIENZA MIGRANTI, OPPOSIZIONE ATTACCA – “La maggioranza, o quel che ne resta (poiché è stata abbandonata anche da Lapenna), costretta dal consigliere Marra, ha sparato l’ultimo colpo di Sprar”, scrivono in una nota congiunta Davide D’Alessandro, Alessandro d’Elisa, Guido Giangiacomo, Edmondo Laudazin e Vincenzo Suriani. “Invece di riparare le buche dove affondano i cittadini vastesi, invece di garantire l’Emodinamica, per la salute dei cittadini vastesi, invece di evitare lo spreco di denaro pubblico, decide di presentare un odg per impegnare il sindaco a scrivere a Salvini per scongiurare il decreto anti Sprar, per continuare a difendere un’immigrazione selvaggia. Per i difensori dell’immigrazione dell’invasione si è chiuso un ciclo durato anche troppo. Solo Marra e qualche compagno, schiavi di una ideologia morta e sepolta, fanno finta di non averlo ancora compreso”.