E’ stato assolto con formula piena “perchè il fatto non sussiste”, Ezio Tilli, ex presidente dell’Organismo Straordinario per la Gestione delle Ipab di Chieti, che ha competenza sulla Casa di riposo Sant’Onofrio di Vasto. La vicenda giudiziaria era iniziata nel 2014, a seguito di un’ispezione nella struttura da parte dei Nas di Pescara, della Asl Lanciano-Vasto-Chieti e dei Vigili del Fuoco [LEGGI] su indicazione della Procura della Repubblica di Vasto.
Tilli, nominato nel novembre 2012 dall’allora giunta di centro destra a capo dell’ente, dove rimase fino al settembre 2014, era stato rinviato a giudizio con l’accusa di abbandono di incapace per “una vicenda riguardante gli ospiti della casa di riposo Sant’Onofrio di Vasto, uno degli istituti che l’Organismo avrebbe dovuto sottoporre a ricognizione per farlo confluire nell’ASP (Azienda Servizi alla Persona costituita nel marzo 2014 da Tilli) di Chieti”, si legge in una nota stampa. La Procura di Vasto aprì un fascicolo di indagine nel 2014, a seguito di una denuncia secondo la quale nella struttura vi erano maltrattamenti ai danni degli anziani. “L’inchiesta – spiegano i difensori di Tilli – si chiuse presto perché l’accusa cadde immediatamente”.
[ads_dx]In seguito a quella vicenda la magistratura aprì un altro filone di inchiesta riguardante gli aspetti organizzativi e strutturali del Sant’Onofrio, perché a seguito di un’ispezione a sorpresa da parte dei NAS di Pescara, della Asl Lanciano-Vasto-Chieti e dei Vigili del Fuoco, ordinata a maggio dalla stessa Procura, “vennero riscontrate delle carenze sulla sicurezza e l’inappropriatezza del setting assistenziale di molti ospiti ritenuti non autosufficienti e quindi bisognosi di una diversa collocazione. A detta degli inquirenti, quindi, gli anziani correvano pericoli per la loro salute ed incolumità personale, perché ospiti di una struttura che non avrebbe potuto accoglierli. Da qui l’accusa nei confronti del Tilli, allora presidente delle Ipab, e il processo, cominciato nel 2016 e conclusosi con sentenza di assoluzione piena, pronunciata dal giudice dottor Italo Radoccia”.
Soddisfatto, dopo la sentenza, l’avvocato Alberto Savelli del foro di Lanciano, legale difensore di Tilli. “Ho sempre sostenuto le ragioni del mio assistito e la sua completa estraneità ai fatti contestati. È stata dimostrata la mancanza di elementi di responsabilità nella condotta del Tilli, perché non c’erano i presupposti del reato, non vi era alcun pericolo imminente, né di carattere sanitario né di carattere strutturale, per gli ospiti, come confermato dagli stessi medici della Asl chiamati come testi, e inoltre perché i compiti del presidente delle Ipab erano solo di natura ricognitiva e non prettamente gestionali e organizzativi. Infine la condotta del Tilli – prosegue l’avvocato – è stata irreprensibile perché aveva ereditato una situazione ormai critica ma adottò subito tutti i provvedimenti amministrativi rientranti fra le sue prerogative per porre rimedio alle contestazioni sollevate dall’ispezione, sia sospendendo l’attività della casa di riposo sia adoperandosi per una diversa sistemazione degli anziani sia per i lavori urgenti di adeguamento della struttura. Anche il PM lo ha pienamente riconosciuto, perché ha chiesto l’assoluzione, e, stando alla sentenza, anche il giudice. È un’altra vittoria per il mio assistito, dopo la dura battaglia vinta con due ricorsi al TAR e uno all’ANAC contro l’attuale Giunta Regionale che gli aveva negato il ruolo di amministratore della ASP giudicandolo incompatibile. Difatti da settembre Tilli è rientrato in Consiglio di Amministrazione“.
La Casa di riposo Sant’Onofrio, che negli anni scorsi è stata ristrutturata, oggi ospita una trentina di persone che ricevono assistenza dal personale della struttura e svolgono una serie di attività grazie alla disponibilità di associazioni di volontariato.