“Il dolore è più forte della rabbia, nella consapevolezza che mia figlia non tornerà. Voglio solo che, se verrà accertata la loro responsabilità, queste persone non abbiano più alcun ruolo nella pubblica amministrazione”.
Mario Tinari commenta la notizia dei 25 avvisi di conclusione indagini notificati dai carabinieri forestali a 24 persone e una società per la tragedia dell’Hotel Rigopiano.
Si dice fiducioso il papà di Jessica, morta a 24 anni insieme al suo ragazzo, il venticinquenne marchigiano Marco Tanda, sotto le macerie del resort di Farindola, travolto dalla valanga del 18 gennaio 2017: “Sapevamo che entro la fine di novembre le indagini sarebbero terminate, ce lo avevano detto i magistrati nell’ultimo colloquio. La Procura ha svolto un ottimo lavoro.
Qualcuno di noi avrebbe voluto una richiesta di rinvio a giudizio anche per altre persone, ma io ritengo sia giusto così: è giusto che siano coinvolti coloro che avevano responsabilità dirette nella vicenda. I pm si sono presi tutto il tempo necessario ad approfondire le indagini, senza tralasciare nulla e verificando ogni segnalazione fatta da noi del Comitato vittime di Rigopiano. Speriamo – conclude Tinari – in un giudizio che sia il più rapido possibile, non posso certo aspettare vent’anni. Il dolore è più forte della rabbia, nella consapevolezza che nessuno potrà restituirmi Jessica”.