“Qualcosa abbiamo fatto, ma è ancora poco. Vogliamo fare tanto altro”. Mattia e Federica hanno iniziato a realizzare il primo dei loro sogni. Ma non hanno intenzione di fermarsi.
Due anni fa li avevamo intervistati per chiedere loro i motivi di una scelta in controtendenza: mentre tanti loro amici partivano per l’estero, loro, in quel novembre del 2016, avevano deciso di tornare a Vasto [LEGGI]. Mattia De Felice e Federica Faga, 27 e 28 anni erano partiti nel 2013 per Londra. Poi hanno deciso che il loro progetto di vita era legato alle loro origini.
A due anni esatti, siamo tornati da loro, per parlare della loro prima esperienza da titolari, ma anche delle questioni che hanno monopolizzato il dibattito pubblico delle scorse settimane: dal bilancio della stagione estiva, agli eventi, a come organizzare il futuro del settore turistico-commerciale locale.
A distanza di due anni dal ritorno, qual è il vostro primo bilancio?
“Il primo obiettivo era aprire una nostra attività. Il nostro locale è nato quasi per gioco, un’occasione inaspettata. Pensavamo fosse un’esperienza di passaggio, in realtà sta andando molto meglio di quanto ci aspettassimo. L’obiettivo è lavorare materie prime locali, produrre e vendere senza seguire le mode. Stiamo rispettando gli obiettivi che ci siamo prefissati”.
Nel 2016, vi avevamo chiesto che città avevate ritrovato. A distanza di due anni dal vostro ritorno, Vasto è cambiata?
“Da quando siamo tornati, abbiamo avuto l’impressione che, a livello di mentalità, la città si stia sviluppando. Le persone hanno voglia di cambiamento e novità. Tanti ragazzi stanno aprendo nuove attività commerciali in centro e questo, per noi, è un bene, perché così si crea movimento e tutti gli esercenti ne possono beneficiare. Non abbiamo la vecchia mentalità che spingeva i commercianti a farsi la guerra tra di loro”.
Tiriamo le somme dell’estate 2018, che avete vissuto da esercenti.
“E’ stata la nostra prima estate. Abbiamo lavorato con vastesi e turisti. Qui vicino ci sono alcuni bed & breakfast, quindi siamo stati a contatto con i turisti fino a pochi giorni fa. Anche molti stranieri: ci sono stati giorni in cui abbiamo parlato più l’inglese che l’italiano. Non siamo pentiti di essere tornati, anche per lo stile di vita, che è molto diverso dai ritmi caotici di Londra.
La concorrenza ci deve essere. Abbiamo ottimi rapporti con tutti gli altri proprietari di locali. Molti di loro il lunedì, quando sono chiusi, vengono da noi. Abbiamo anche in mente di fare molti eventi insieme agli altri esercenti della zona.
E’ stata anche una stagione estiva di polemiche, l’ennesima, soprattutto sugli eventi e sulle presenze turistiche. Secondo voi, cosa serve per crescere?
[mic_dx] “Vasto non è mai stata una potenza turistica. Spesso vediamo eventi messi a caso. Ad esempio, la Notte bianca, così com’è fatta, non ha un senso. Non si può pensare di far suonare i gruppi tutti in contemporanea, gli spettacoli andrebbero scaglionati. Ma, soprattutto, all’evento andrebbe dato un taglio più culturale. Vediamo una Notte bianca sempre peggiore, tant’è che, nell’edizione di quest’anno, la nostra clientela è scappata, abbiamo lavorato meno degli altri weekend. L’anno prossimo, durante quella notte, rimarremo chiusi.
Bene, invece, il Siren Festival e il Truck food Festival e sarebbe interessante creare un festival culinario. E, soprattutto, un cartellone di manifestazioni non legato solo alla musica. Inoltre, a San Michele, il concerto andrebbe fatto di sabato e non di domenica, come quest’anno, perché il giorno dopo le persone lavorano e i ragazzi tornano a scuola. Vorremmo che il calendario fosse più chiaro. Ad esempio, quello natalizio: non abbiamo ancora le date per poterci organizzare”.